Home Norme e leggi 320 milioni di euro per le PMI: incentivi per fotovoltaico ed eolico

320 milioni di euro per le PMI: incentivi per fotovoltaico ed eolico

Il governo italiano ha annunciato un’importante iniziativa per supportare le piccole e medie imprese (PMI) nell’autoconsumo di energia rinnovabile.
Durante l’assemblea nazionale della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA), il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato la firma di un decreto che assegna 320 milioni di euro a fondo perduto per realizzare impianti fotovoltaici ed eolici destinati all’autoconsumo industriale.

Questi fondi, derivanti dalle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNNR), rappresentano un’occasione unica per le PMI italiane di ridurre i costi energetici e migliorare la competitività. Il ministro Urso ha sottolineato che questa misura si affianca al piano Transizione 5.0, che già mette a disposizione 13 miliardi di euro in crediti fiscali per progetti legati all’innovazione digitale e all’efficientamento energetico.

Gli investimenti in energia rinnovabile stanno trainando anche la crescita occupazionale. Secondo il rapporto World Energy Employment dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie), l’occupazione globale nel settore energetico è aumentata del 3,8% nel 2023, raggiungendo 68 milioni di posti di lavoro. Il settore dell’energia pulita ha contribuito significativamente, generando 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro solo nell’ultimo anno.

Le PMI italiane possono ora cogliere l’opportunità di investire in tecnologie green per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, abbattere i costi energetici e contribuire alla transizione ecologica. L’impegno del governo, unito al crescente interesse verso le fonti rinnovabili, segnala un cambio di passo verso un modello produttivo più sostenibile.
Entro fine anno, è prevista anche l’approvazione della Legge annuale sulle PMI, che introdurrà ulteriori misure per sostenere le imprese, incluso il passaggio generazionale.

Ci auguriamo che l’accesso a questi fondi non preveda procedure burocratiche cavillose come è accaduto con il piano Transizione 5.0.

 

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