4 ore di sciopero alla N&W contro il Jobs Act

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4 ore di sciopero alla N&W contro il Jobs Act

01-10-2014 – Proclamate oggi 4 ore di sciopero dei dipendenti Necta per protestare contro il Jobs Act che secondo la RSU della Fiom-Cgil dà un’ ulteriore spallata allo statuto dei lavoratori, dopo quelle assestate dalle manovre dei governi precedenti.
Nulla, dunque, contro l’Azienda di Valbrembo che subirà, a sua volta, le conseguenze dovute allo stop produttivo nelle ore stabilite per i vari turni odierni.

La proclamazione dello sciopero è accompagnata dal Comunicato che qui riportiamo.

Non bastano, evidentemente, le oltre 40 tipologie di contratto atipico oggi presenti in Italia e, a quanto pare, non basta la già pesante manomissione dell’art. 18, fatta dalla Fornero, che ha di fatto eliminato il reintegro in caso di licenziamento di tipo economico e disciplinare e che doveva servire per creare nuovi posti di lavoro.
NON BASTA!!! 
Nonostante le modifiche già fatte non abbiano portato nessuna nuova assunzione ci chiedono di più. Le aziende lo vogliono, la confindustria lo chiede, ed il governo più ambiguo degli ultimi 20 anni, nella persona del suo primo ministro Renzi, ha deciso di assestare l’ultima spallata, non solo a quel che resta dell’art. 18 ma all’intero statuto dei lavoratori, introducendo, mediante il “JOBS ACT”, pesanti modifiche che cancellano nei fatti una serie di tutele. Ecco le misure più pericolose contenute nel JOBS ACT:
ART. 18 E STATUTO DEI LAVORATORI
“previsione per le nuove assunzioni del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio”. Con l’introduzione di questa ennesima forma di contratto atipico si distrugge quel che resta dell’art. 18, eliminando il reintegro anche in caso di licenziamento discriminatorio o in caso di licenziamento disciplinare, anche qualora il giudice accerti che sia stato illegittimo. Con il contratto a tutele crescenti, inoltre, anche nel caso di assunzione a tempo indeterminato, entro i primi anni potrai essere licenziato in qualsiasi momento con un indennizzo proporzionato all’anzianità di servizio, senza quindi il reintegro. E la tutela del reintegro sembra essere esclusa anche alla fine del periodo, visto che il testo – non a caso – non ne parla in modo esplicito;
“revisione della disciplina dei controlli a distanza” (art. 4 dello Statuto). Oggi il controllo dei lavoratori a distanza tramite videocamere o altri sistemi elettronici è vietato. Il JOBS ACT vuole abolire o comunque indebolire questa norma, sarà così possibile ai datori di lavoro spiare a distanza i lavoratori, con evidenti ricadute disciplinari;
“revisione della disciplina delle mansioni” (art. 13 dello Statuto). Con questa norma si vuole permettere al datore di lavoro di demansionare un lavoratore, con la relativa riduzione di salario, in caso di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale.
introduzione in via sperimentale del “compenso orario minimo per il lavoro subordinato e le collaborazioni coordinate e continuative”. Questa potrebbe, in linea teorica, essere una misura positiva. Peccato che si chiarisce subito che sarà soltanto per quei settori dove non ci sono contratti nazionali e quindi di fatto del tutto scollegato da questi. Anzi, rischia di essere uno strumento per scardinare definitivamente i contratti nazionali;
“possibilità di estendere il ricorso a prestazioni di lavoro accessorio” (tramite i voucher, che oggi sono previsti per colf, baby-sitter, etc.) “per le attività lavorative discontinue e occasionali in tutti i settori”, ampliando quindi la possibilità di lavorare senza diritti né pagamento dei contributi.
Come se ciò non bastasse il JOBS ACT modifica nuovamente e pesantemente anche gli ammortizzatori sociali prevedendo “l’impossibilità di autorizzare le integrazioni salariali in caso di cessazione di attività aziendale o di un ramo di essa”. Niente cassa integrazione nei casi in cui l’azienda sia cessata o fallita. Ai lavoratori resta solo la disoccupazione; “semplificazione delle procedure burocratiche, considerando anche la possibilità di introdurre meccanismi standardizzati di concessione” eliminando le procedure obbligatorie di consultazione sindacale per far ricorso agli ammortizzatori sociali; “necessità di regolare l’accesso alla cassa integrazione solo a seguito di esaurimento delle possibilità contrattuali di riduzione dell’orario di lavoro” che permetterebbe all’azienda di utilizzare tutte le ferie, i permessi, la banca ore prima di far ricorso alla cassa integrazione; “revisione dei limiti di durata, rapportati ai singoli lavoratori ed alle ore complessivamente lavorabili in un periodo di tempo prolungato” e “riduzione degli oneri contributivi ordinari e rimodulazione degli stessi tra i settori in funzione dell’utilizzo effettivo” che modifica la durata della cassa integrazione e della disoccupazione legandola all’anzianità di servizio dei singoli lavoratori e modificando la quantità economica differenziandola anche per tipo di settore lavorativo penalizzando così i settori che ne avranno più bisogno.
Non è questo, secondo noi, ciò di cui il Paese ha bisogno per ripartire, né ciò di cui le aziende hanno bisogno per tornare ad investire in Italia. Di fronte a questo attacco ai diritti dei lavoratori serve mobilitarsi ed è per questo che la RSU della Fiom-Cgil della N&W proclama:
4 ore di sciopero le ultime 4 ore di ogni turno mercoledì 01 ottobre 2014
Necta-Valbrembo

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