L’articolo 1117 del Codice Civile stabilisce quali sono, all’interno di un condominio, le parti da considerare comuni ai singoli proprietari delle unità immobiliari che lo compongono. Oltre agli impianti cosiddetti di servizio (idrici, elettrici, ecc.) l’articolo elenca tutta una serie di parti dell’edificio necessarie all’uso comune, come androni, vestiboli, portici, cortili, eventuali locali lavanderia, sottotetti e persino la casa del portiere, ove esistesse. Pertanto, previo accordo tra i proprietari, tali spazi possono essere destinati ad accogliere beni/soluzioni di servizio finalizzati a migliorare la vivibilità dello stesso luogo residenziale.
Tra le varie possibilità è contemplata anche l’installazione di distributori automatici che, grazie ad una offerta di prodotti varia e variegata, potrebbero rispondere alle esigenze o anche alle emergenze che i condomini dovessero avere nel corso della giornata: dalla semplice bibita al pacco di pasta, ai pannolini…
Se ben configurato il distributore automatico può diventare un piccolo market a portata di mano.
E se la loro installazione non fosse contemplata dal regolamento condominiale, considerato anche che si tratta di una novità per questo tipo di location?
In tal caso, rifacendosi all’articolo 1117-ter – Modificazioni delle destinazioni d’uso – su proposta di uno o più condomini in sede di assemblea, saranno i voti dei partecipanti a decidere l’introduzione di uno o più distributori automatici nello spazio comunemente identificato all’interno del condominio. Il sì sarà decretato da un numero di voti che rappresenti i quattro quinti dei partecipanti al condominio e i quattro quinti del valore dell’edificio. Ottenuta l’approvazione, i proprietari possono richiedere un “preventivo” a una o più società di gestione e decidere in comunione per quella che meglio risponde alle esigenze della maggioranza.
Il gestore non dovrà fare altro che seguire l’iter burocratico consueto, dichiarando l’inizio di attività e resocontando all’AdE gli incassi attraverso la trasmissione telematica dei dati di vendita.
Attualmente sono poche e per lo più sperimentali le installazioni di questo genere, ma se il numero crescesse si riuscirebbe a generare un nuovo bisogno nel consumatore, lo si spingerebbe a pensare che quello di cui ha bisogno e che lo porta a spostarsi, magari prendere l’auto, imbottigliarsi nel traffico, fare la fila alle casse, lo si può ottenere in modo semplice e veloce, senza muoversi da casa.
Dopo quanto accaduto al mondo del Vending in termini di perdita di postazioni e fatturato (vedi lo smart working) che spinge i gestori a individuare nuove opportunità di business, il vending condominiale potrebbe rappresentare una interessante possibilità di ampliare la tipologia di location in cui la Distribuzione Automatica possa svolgere il suo ruolo di servizio a 360 gradi, h24, 7 giorni su 7.