Ritorno al passato: le grandi aziende europee dicono stop allo smart working

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Ritorno al passato: le grandi aziende europee dicono stop allo smart working

Una buona notizia per i gestori di distributori automatici di tutt’Europa: dopo l’esplosione dello smart working durante la pandemia, molte aziende stanno rivedendo le loro politiche, puntando a un ritorno in ufficio. Il trend si è consolidato a partire dal 2022, con l’avvento dei modelli di lavoro ibrido, che combinano la presenza in ufficio con il lavoro a distanza. Oggi, il dibattito si concentra su come gestire al meglio questa transizione.

Molti colossi, come Amazon, AT&T e Wipro, hanno annunciato la fine del lavoro remoto, richiedendo ai dipendenti di tornare in ufficio cinque giorni alla settimana. Pioniere di questa tendenza è stato Elon Musk, che già nel 2022 e nel 2023 aveva imposto il ritorno in sede per i suoi dipendenti. Questo approccio è visto dai dirigenti come cruciale per il futuro delle aziende, convinti che la presenza fisica in ufficio favorisca la produttività e la collaborazione.

Il ritorno in ufficio non è visto positivamente da tutti. I lavoratori si dividono tra chi preferisce lo smart working per ridurre i costi e semplificare la gestione della vita quotidiana e chi invece lamenta la mancanza di socializzazione e opportunità di networking che solo la presenza fisica può offrire. Molti ricordano come le carriere si costruiscano anche nelle interazioni informali, come durante la pausa caffè o gli aperitivi dopo il lavoro.

Amazon, per esempio, ha limitato lo smart working a casi specifici, con il CEO Andy Jassy che ha sottolineato come il lavoro a distanza debba essere concordato in via eccezionale. Al contrario, in alcune realtà come BT e PwC, sono stati introdotti modelli ibridi che prevedono almeno tre giorni in ufficio ogni settimana. In Italia, Unipol ha optato per un cambiamento radicale, abbandonando il lavoro remoto come sperimentazione e proponendo un nuovo modello organizzativo che privilegia la settimana corta in ufficio. Una proposta che sta prendendo piede e che prevede quattro giorni lavorativi da nove ore ciascuno. Questo modello, che consentirebbe un giorno libero in più alla settimana, potrebbe rappresentare un compromesso tra lavoro in ufficio e gestione della vita privata. Tuttavia, le trattative con i sindacati sono ancora in corso, e l’esito è incerto.

Il futuro del lavoro resta incerto, con alcune aziende che continuano a puntare sullo smart working come strumento per attrarre e trattenere i migliori talenti. In controtendenza rispetto ad altri colossi, Nvidia ha deciso di non richiedere il ritorno in ufficio, mantenendo così una maggiore flessibilità per i suoi dipendenti.

Mentre alcune aziende abbandonano lo smart working in favore di un ritorno massiccio in ufficio, altre cercano soluzioni più bilanciate. Il lavoro ibrido potrebbe rivelarsi la soluzione ideale per conciliare le esigenze aziendali e quelle dei dipendenti.

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