09-06-2015 – Da un big player del caffè in capsula come Nespresso ci si attendeva forse una risposta più incisiva e in linea con le soluzioni sostenibili proposte negli ultimi mesi dai suoi competitor, Lavazza e Vergnano.
Ma il colosso svizzero ha deciso di non abbandonare la sua capsula in alluminio e di agire diversamente per alleggerire l’impatto sull’ambiente delle tonnellate di alluminio derivate dal consumo del suo caffè.
In realtà, già nel 2011 è partito in Italia il progetto Ecolaboration che prevede il reso delle capsule esauste ai punti vendita Nespresso (44 punti in 23 città) da parte dei consumatori. Grazie a questa pratica, nel triennio 2011-2014 sono state raccolte e avviate al riciclo 775 tonnellate di capsule usate; a fine 2014 Nespresso italiana ha confermato il progetto firmando un accordo che coinvolge il Consorzio Imballaggi Alluminio (Cial), Federambiente e il Consorzio Italiano Compostatori (Cil).
L’azienda elvetica mira a un recupero più capillare delle capsule in alluminio, così come viene fatto in Svizzera: la raccolta porta a porta che costituisce, così, un ulteriore servizio di cortesia nei confronti dei consumatori di caffè Nespresso.
Poiché la legislazione italiana non lo consente, Nespresso si dichiara pronta a chiedere l’apertura di un tavolo istituzionale che porti al riconoscimento delle capsule in alluminio tra gli imballaggi da smaltire nella raccolta differenziata.
Lo ha dichiarato Fabio Degli Esposti, direttore generale di Nespresso italiana, che ha aggiunto: “Successivamente, vorremmo chiedere la modifica degli impianti di trattamento sul territorio. Per questo non escludiamo un’eventuale nostra compartecipazione all’investimento, affinché i cittadini possano buttare le nostre capsule esauste direttamente a casa propria.”