28-06-2017 – Sono serviti molti anni ma alla fine l’imprenditore camerunense Pio Bissek è riuscito ad ottenere la sua vittoria contro la multinazionale Nestlé che aveva citato in giudizio nel 2003 per concorrenza sleale.
Bissek è amministratore delegato della Codilait, un’azienda alimentare che produce latte condensato; il prodotto, a metà degli anni Novanta, era l’unico interamente realizzato in Camerun e venduto sul mercato a poco più di 2€. L
Le cose sembrano andare bene per la Codilait, fin quando Nestlé non introduce nel mercato camerunense un latte condensato simile, ma ad un prezzo nettamente inferiore.
L’azienda di Bissek non riesce più a sostenere la concorrenza e in poco tempo l’imprenditore si ritrova costretto a licenziare i suoi dipendenti. Nell’intento di capire come fosse possibile che il prodotto della multinazionale fosse rivenduto ad una cifra così bassa, l’imprenditore camerunense ne fa analizzare un campione nei suoi laboratori e scopre che è composto da ingredienti vegetali (come l’olio di cocco) e non, come dovrebbe essere, da altri di origine animale: il prodotto non poteva nemmeno essere definito latte.
Inizialmente la Codilait viene sostenuta dal Ministero delle Finanze camerunense che si schiera contro la Nestlé accusandola di frodi doganali. Dopo aver fatto multare il colosso svizzero per 30 milioni di euro, il Ministero si ritira dalla controversia, ma Bissek, anche se solo, non si arrende.
La tenacia ripaga l’uomo che, dopo aver visto riconosciute le sue accuse alla multinazionale,dalla quale potrebbe ricevere un grosso risarcimento, decide di non fermarsi ancora, ma di portare il caso alla Corte Suprema. Quest’ultima, nonostante abbassi la cifra del risarcimento all’imprenditore da 740 a 517 milioni di franchi cfa, conferma la condanna a Nestlé per concorrenza sleale.
Sono serviti molti anni, ma questa storia di coraggio e determinazione, potrebbe servire in futuro a molti altri piccoli produttori, spesso attanagliati da un mercato senza scrupoli.