05-09-2017 – Ancora una volta l’Ospedale San Paolo di Bari è al centro delle cronache (e delle polemiche) per questioni legate all’attività di ristoro che non sembra riuscire ad incanalarsi sui binari della legalità.
È passato poco più di un mese da quando l’Unione Sindacati Professionisti Pubblico Privato Impiego aveva denunciato la singolare condizione di disagio vissuta da personale interno, pazienti e visitatori per la totale mancanza di punti di approvvigionamento di beni di ristoro di prima necessità, come l’acqua. Nessun bar, né distributori automatici, dei quali il sindacato aveva chiesto almeno l’attivazione di emergenza, in attesa dell’apertura del bar vero e proprio e dell’assegnazione del servizio automatico secondo regolare procedura.
Passate alcune settimane, la stampa locale (Il Quotidiano Italiano di Bari) denuncia una nuova paradossale situazione: all’interno dell’ospedale, persino in aree ad accesso limitato, circolerebbero indisturbati alcuni venditori ambulanti di bibite e merendine i quali, oltre a svolgere liberamente il proprio commercio, farebbero cattiva pubblicità ai distributori automatici – che evidentemente nel frattempo sono stati attivati – dissuadendo il pubblico dall’utilizzarli e incentivandolo ad approvvigionarsi da loro per le proprie necessità.
Il servizio video pubblicato da Il Quotidiano Online di Bari su You Tube mostra l’assurdità di una situazione dove “un carrello della spesa” preso chissà dove e carico di prodotti non tracciabili, fa la concorrenza ad una batteria di distributori automatici, visibilmente nuovi, moderni e funzionanti.
È mai possibile che in una struttura pubblica il commercio abusivo venga svolto alla luce del sole senza che nessuno intervenga? Ci auguriamo che l’amministrazione dell’ospedale San Paolo provveda al più presto a riportare il tutto nei parametri della legalità prendendo i dovuti provvedimenti.
Documentata attraverso audio e video, la situazione è ormai di dominio pubblico, ragion per cui la dirigenza del San Paolo non può certo affermare di “non saperne nulla!”
Fonte: Il Quotidiano Online di Bari