20-02-2019 – Le aziende del settore della distribuzione automatica stanno vivendo un forte disagio per la crescente confusione presente tra clienti e consumatori sul tema delle nuove normative sulla plastica.
Molte Pubbliche Amministrazioni locali, a causa del favore mediatico della tematica, stanno approvando mozioni, ordinanze e regolamenti “plastic free” che talvolta vietano bicchieri e/o bottigliette in plastica utilizzate nel vending in palese contrasto con la normativa nazionale vigente e soprattutto la direttiva europea.
“Gli atti adottati e le azioni intraprese dalle Pubbliche Amministrazioni italiane, con i quali viene imposto il divieto di utilizzo e commercializzazione di bicchieri e bottiglie in plastica – spiega l’avvocato Andrea Netti, partner e fondatore dello studio ADR, esperto di diritto amministrativo con una forte competenza nel settore della distribuzione automatica – sono illegittimi non sussistendo alcuna base normativa che preveda tale divieto ed in quanto contrastanti con i contenuti e gli obiettivi della Direttiva UE sulla plastica monouso”.
Occorre quindi far chiarezza sui contenuti della Direttiva UE sulla Plastica Monouso che sarà promulgata a fine marzo. Il testo della direttiva, ormai definitivo, prevede (all’art. 5) la messa al bando a partire dal 2021 di alcuni prodotti monouso in plastica: piatti, posate, cotton fioc, cannucce, mescolatori (tra cui le palette in plastica del vending), bastoni per palloncini, contenitori per cibi e bevande in polistirolo espanso. Per altri prodotti (art. 4), principalmente tazze e contenitori per cibi in plastica (tra cui i bicchieri del vending), è prevista unicamente una semplice riduzione del consumo solo a partire dal 2026.
Sarà la Commissione Europea, entro 18 mesi dall’entrata in vigore della normativa, a definire gli obiettivi di riduzione che varranno per tutti i canali distributivi (supermercati, negozi al dettaglio, cash and carry, distribuzione automatica e altri). Infine, per le bottigliette di plastica sono previsti nuovi requisiti di fabbricazione (art. 6): le bottiglie in PET dovranno essere prodotte con un minimo del 25% di plastica riciclata entro il 2025 e i tappi dovranno rimanere attaccati alle bottiglie. Inoltre l’art. 9 impone ambiziosi obiettivi di riciclo per le bottiglie in PET del 77% entro il 2025.
Va detto che l’Italia dovrà, entro due anni dalla pubblicazione della Direttiva, emanare una legge italiana per il recepimento di quella europea che potrà avere obiettivi anche più ambiziosi di quelli europei ma non potrà certo contrastare con i principi UE.
“Le imprese della distribuzione automatica – spiega il Presidente di CONFIDA Massimo Trapletti – devono aiutare le proprie aziende clienti a conoscere meglio la Direttiva Europea sul Monouso in Plastica, che prevale su qualsiasi legislazione locale italiana in materia di ambiente. La Direttiva UE infatti non vieta assolutamente i bicchieri di plastica del vending e tantomeno chiede di sostituirli con quelli di carta che comunque per contenere le bevande calde devono necessariamente avere al loro interno una pellicola di plastica o di bioplastica. Infine non vieta neanche le bottigliette in plastica ma indica unicamente requisiti specifici di produzione e obblighi di riciclo”.
Accanto alla Direttiva Europea, il Governo Italiano nella Legge di Bilancio (Legge 30 dicembre 2018, n. 145) al comma 802 riporta un impegno sottoscritto dalle imprese produttrici di articoli monouso in plastica col Governo che “su base volontaria e in via sperimentale” dal 1° gennaio 2019 fino al 31 dicembre 2023:
a) adottano modelli di raccolta differenziata e di riciclo di stoviglie in plastica da fonte fossile con percentuali crescenti di reintroduzione delle materie prime seconde nel ciclo produttivo;
b) producono, impiegano e avviano a compostaggio stoviglie fabbricate con bio-polimeri di origine vegetale;
c) utilizzano entro il 31 dicembre 2023 biopolimeri, con particolare attenzione alle fonti di approvvigionamento nazionale, in modo massivo e in alternativa alle plastiche di fonte fossile per la produzione di stoviglie monouso.
“Per quanto riguarda il punto a) del comma 802 della Legge di Bilancio – continua Massimo Trapletti – il nostro settore è il primo che ha scelto volontariamente di sperimentare un progetto di raccolta differenziata e riciclo di bicchieri e palette in plastica per il vending che rispetta questi requisiti. Si tratta del RiVending: un progetto che abbiamo promosso insieme a COREPLA (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica) e Unionplast (Unione nazionale industrie trasformatrici materie plastiche).
Lo stiamo testando a Parma ma siamo già pronti ad esportare questa esperienza in alte Province. È l’unico progetto che può definirsi “zerorifiuti” perché la plastica di bicchierini e palette gettati dopo l’utilizzo nell’apposito contenitore del RiVending viene riciclata e reimmessa nel ciclo produttivo di nuovi prodotti”.
CONFIDA ha dato il via ad una campagna di informazione per far chiarezza sui contenuti e sui limiti delle normative europee e italiane sulla plastica. L’associazione della distribuzione automatica che condivide la necessità di ridurre i rifiuti plastici dispersi nell’ambiente e la transizione verso modelli di produzione e di consumo più sostenibili, ha dato vita fin dal 2014 ad un progetto chiamato ‘Vending Sostenibile’ a cui lavora una specifica Commissione dell’Associazione, che ha un sito internet dedicato (www.vendingsostenibile.com) in cui sono condivise con tutto il settore della distribuzione automatica oltre 40 buone prassi di sostenibilità.