ENEL, SKY, RAI. Se anche le grandi aziende diventano PlasticFree…

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ENEL, SKY, RAI. Se anche le grandi aziende diventano PlasticFree…

17-06-2019 – È ormai un’onda che sta investendo tutti: non solo ministeri e comuni, ma anche le grandi aziende dicono no alla plastica, coinvolgendo management e dipendenti e chiedendo loro di diffondere il Verbo.
Che la riduzione dell’uso di prodotti e packaging in plastica sia una cosa buona e giusta è un principio inattaccabile, ma diventa un delirio quando lo si fa in maniera irragionevole e senza che vi sia una base legislativa che giustifichi l’urgenza delle manovre che tanti stanno mettendo in campo.
E, come al solito, la prima pietra viene scagliata contro i monouso e i distributori automatici.
Quali sono queste grandi aziende? Tre esempi bastano a far comprendere la portata del fenomeno.

Enel ha avviato un percorso verso l’eliminazione dell’utilizzo di plastica monouso negli uffici amministrativi e negli impianti produttivi, che coinvolge circa 26 mila dipendenti in Italia, anticipando così l’applicazione della direttiva europea. Il gruppo ha diramato una nota in cui si legge che tale impegno permetterà di ridurre il consumo di circa 128 tonnellate di plastica l’anno, pari a 246 tonnellate di CO2, con un risparmio di acqua per 5548 metri cubi l’anno e 2,6 GWh di energia l’anno. In particolare, verranno eliminate bottiglie di plastica monouso vendute nei bar, punti ristoro, così come i bicchieri nei distributori automatici e le confezioni alimentari.
Per favorire l’abbandono della plastica ogni dipendente viene dotato di una borraccia a cui seguirà la graduale sostituzione, in tutte le sedi del Gruppo presenti sul territorio, degli oggetti in plastica monouso con materiali riciclabili o biodegradabili come carta e alluminio. Il processo avviato da Enel verrà esteso anche ai propri fornitori attraverso l’eliminazione dell’utilizzo della plastica monouso per gli imballaggi, avendo come unico obiettivo di essere ‘plastic free’.

Molto in anticipo rispetto ai tempi della Direttiva UE e del gruppo ENEL, il percorso intrapreso da SKY che, per volontà del l’ad del gruppo Jeremy Darroch,  già nel 2017 ha iniziato a lanciare iniziative per favorire l’eliminazione della plastica, l’ultima delle quali non poteva che chiamarsi Sky Ocean Rescue e, come si può intuire, è tutta volta alla salvaguardia dei mari.
Apprezzabile il fatto che l’azienda abbia cominciato ad eliminare la plastica che costituisce il packaging dei suoi apparecchi, che dal 1 aprile sono diventati tutti plastic free, ma poi ha deciso di estendere il progetto a tutte le sue attività: dalle bottiglie di plastica ai materiali usati nei set e negli studi, fino a coinvolgere dipendenti e fornitori.  Già un anno fa ai 4800 dipendenti di Milano, Roma e Cagliari sono state distribuite borracce riutilizzabili e le bottiglie sono state rimpiazzate da distributori di acqua in ufficio, mentre si è lavorato con la società di gestione dei distributori automatici  per ripensare il bicchierino e la paletta del caffè, cercando il giusto peso e dimensione. Infine, tutti i fornitori sono stati invitati a trovare delle alternative, perché se vogliono lavorare con Sky, devono adeguarsi al progetto.

grandi aziendeUltima in ordine cronologico, la RAI. I giornalisti RAI hanno lanciato sui social  una campagna per liberare l’azienda dalla plastica. Il Comitato #Grr Plastic Free, che rappresenta 400 persone tra giornalisti, tecnici, registi e impiegati Rai, un mese fa ha lanciato una campagna di sensibilizzazione, che prevede ogni mercoledì un’azione di mail bombing verso gli account email dei vertici Rai. La campagna partita da Roma sta raccogliendo adesioni dalle redazioni della Rai sparse sul territorio italiano.
Non c’è più tempo da perdere, l’era della plastica è terminata. Dobbiamo passare a materiali alternativi e dobbiamo iniziare subito. Eliminiamo dalle macchinette automatiche tutti gli snack avvolti dalla plastica e le bottiglie. Sostituiamo bicchierini e palette con alternative compostabili“, si legge nell’appello lanciato su Facebook. “Scegliamo aziende che lavorino con un packaging biodegradabile. Per l’acqua: installiamo bolle di vetro con bicchieri di carta. Assicuriamoci inoltre che la plastica e la carta raccolte nelle redazioni non vengano inserite nei rifiuti indifferenziati, come purtroppo accade spesso, ma riciclate correttamente“.
Sembrerebbe che la RAI sia propensa ad accogliere l’invito.

Niente da dire sullo scopo ultimo di queste iniziative e lodevole l’impegno di SKY di sostenere con fondi la ricerca su materiali sostenibili, ma si legge tra le righe una sorta di rabbia, un’impulsività che non porta a ragionare sulle conseguenze di determinate scelte che, per quanto giuste, comportano inevitabili conseguenze sul mondo delle plastiche, sull’industria che le lavora, sui produttori di distributori automatici, boccioni d’acqua, e in più in generale sul mondo del food  & beverage, al quale non viene ormai più concesso tempo.

 

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