25-10-2019 – Nell’ormai quotidiana lotta alla plastica si parla sempre di bicchieri e bottiglie, ma ci sono tante altre referenze che contribuiscono ad aumentare la quantità di rifiuti plastici, magari anche in maniera più massiccia e meno evidente. È caso delle cannucce da cui sorbiamo le bibite, uno dei rifiuti plastici maggiormente ritrovato nell’ambiente e in particolare sulle spiagge (e di conseguenza nei mari).
Saranno bandite, insieme alle palettine monouso, a partire dal 2021, un obbligo che ha sollecitato la ricerca verso materiali sostitutivi che potessero essere in armonia con l’ambiente.
Fra le tante soluzioni proposte in giro per il mondo, ve ne sono alcune originali che vi segnaliamo.
La prima viene dalla Corea del Sud, è stata ideata dalla società Yeonjigonji ed è nata quasi per caso. La società è un’impresa familiare attiva da quasi 20 anni nella produzione di scarpe da sposa, un’attività che ha conosciuto momenti negativi, tanto da spingere la proprietà a cambiare business. Poiché in Corea del Sud si consumano in media più di 2,5 miliardi di cannucce all’anno, l’azienda ha pensato ad un materiale sostitutivo della plastica, che fosse naturale e magari commestibile. Lo ha individuato in un mix di riso (70%) e polvere di tapioca, che è un amido; con questo impasto naturale sono prodotte le cannucce che la società vende soprattutto in Corea del Sud, anche se il prezzo troppo alto (pari a 3 centesimi di euro) rispetto a quello delle cannucce di plastica non fa decollare il prodotto.
A poca distanza dalla Corea del Sud, in Vietnam l’azienda Ong Hut Co ha sviluppato un’altra tipologia di cannuccia biodegradabile, fatta utilizzando un’erba cava spontanea che si chiama Lepironia Articulata. Basta raccoglierla, tagliarla a misura e sottoporla a lavaggio per avere cannucce vegetali. Anche queste, come quelle dell’azienda sudcoreana, non riescono a superare i confini nazionali.
Infine, arriviamo in Italia, nelle Marche dove Raffaele Bonora ha importato una soluzione che aveva scoperto per caso in un viaggio a Bristol, nel Regno Unito, dove un ristoratore aveva sostituito le cannucce di plastica con la pasta formato zito. Raffaello Bonora, in collaborazione con un pastificio della sua zona, ha sviluppato Canù, la cannuccia biodegradabile, gluten free e ogm free, fatta di riso e amido di mais. Canù può resistere nei liquidi fino a 30 minuti ed è molto amata dai bambini che si divertono a sgranocchiarla. Manco a dirlo, Canù si smaltisce nella frazione organica dei rifiuti.