Con il nuovo DPCM firmato domenica 22 dal premier Conte e le ultime ordinanze regionali e comunali il Vending continua a subire duri colpi, che si traducono in ulteriore riduzione del numero delle battute e cali di fatturato.
L’ultimo Decreto del Governo ha disposto la chiusura totale di tutte le attività produttive non indispensabili: da ieri piccole, medie e grandi fabbriche hanno chiuso i battenti, determinando automaticamente il fermo dei distributori automatici collocati al loro interno. Facile immaginare che l’immediata entrata in vigore del Decreto non abbia dato tempo e possibilità ai gestori di disattivare le macchine, ritirare i prodotti alimentari (soprattutto quelli del caldo), pulirle per ritrovarle in perfetto stato, pronte per quando si ripartirà. Una situazione che determina ulteriori perdite per le società di gestione.
Ma non è solo l’ultimo DPCM ad assestare un ulteriore colpo al Settore. Ad esso contribuiscono le ordinanze locali, regionali e comunali, che impongono ulteriori chiusure di distributori automatici.
Se una regione come il Piemonte, tra le più colpite dal COVID-19, dispone con un decreto il divieto di assembramento ai distributori automatici, in altre parti d’Italia, un po’ a macchia di leopardo, molte amministrazioni locali ne dispongono la chiusura.
Tanti gli esempi: in Puglia nell’area del Salento, tra Brindisi e Lecce, e nel Tarantino sono stati chiusi tutti i distributori automatici di bevande e alimenti H24; stessa cosa in Sardegna, nel cagliaritano soprattutto, in Toscana nell’area del Valdarno, in Emilia Romagna… In altri Comuni un po’ in tutta Italia si chiudono Case dell’Acqua e Case del Latte.
Nella maggior parte dei casi tali disposizioni sono valide fino al 3 aprile, ad eccezione della Regione Lombardia, dove ha validità fino al 15 aprile e prevede la chiusura di tutti i distributori automatici H24 in tutto il territorio regionale.
Caso particolare si è verificato a Terni, in Umbria, dove gli stessi gestori di negozi automatici H24 hanno deciso autonomamente di chiudere i loro punti vendita per contribuire ad evitare assembramenti e di conseguenza possibili contagi.
Alla luce di tutte queste chiusure, viene spontaneo chiedersi: passato questo drammatico momento, sarà possibile fare una stima precisa delle perdite che il Settore avrà subito? E quando si parla di Settore non si intendono solo le società di gestione, ma tutte le aziende dell’intera filiera.
Si saranno perse battute irrecuperabili e vendite di macchine, prodotti, accessori e quant’altro necessario a far camminare la macchina del Vending, che non saranno integrate negli ordini futuri, quelli del post-crisi, quando il Settore si muoverà a piccoli passi, disponendo di minori risorse, visto che nel frattempo avrà dovuto onorare tutti i costi dell’attività.
Occorrono aiuti e occorre che il Governo ascolti il grido d’allarme del Settore.