Il lockdown dei negozi che vendono prodotti non ritenuti essenziali, imposto dall’emergenza Coronavirus, ha colpito anche gli shop di cannabis light. Ciò è accaduto quasi in ogni Paese, soprattutto europeo, tranne che negli Stati Uniti dove la cannabis light è stata inserita tra i prodotti essenziali, permettendo così la regolare apertura dei negozi specializzati.
In Europa, appena si è saputo che sarebbero stati chiusi, si sono verificati due fenomeni:
• lunghe code alla vigilia del lockdown per accaparrarsi l’ultima bustina di infiorescenze, come è successo in Olanda;
• l’esplosione delle vendite attraverso e-commerce e distributori automatici.
L’e-commerce è senza dubbio la via più semplice per procurarsi la cannabis light senza uscire di casa, il che ha fatto crescere le vendite degli shop on-line di questo particolare prodotto. Lo testimonia un’azienda toscana – la Mystical – che di fronte all’aumento del 30% degli ordini, rispetto a periodi di normalità, ha dovuto attivare in quattro e quattr’otto un suo e-shop, per semplificare la gestione delle commesse.
Lo testimonia anche una delle maggiori aziende di questo particolare comparto – la CBD Express – che, oltre ad avere una rete di clienti in tutta Italia, dispone di un servizio di delivery diretto ai suoi clienti, attivo nelle città di Torino, Milano e Monza. In questa zona, in tempi di Coronavirus, gli ordini si sono triplicati, passando da 43 a oltre 150 al giorno.
Altrettanto cresciuti gli ordini della rete di tabaccai clienti (attualmente 24), dove sono installati distributori automatici di cannabis light CBD Express: “solo negli ultimi dieci giorni dalla rete dei tabaccai ci sono arrivati ordini per 20.000 euro”, spiega Mattia Fiorentini, fondatore dell’azienda.
Certo, la CBD Express ha dovuto fermare gli investimenti, come l’implementazione di un nuovo servizio delivery nella città di Roma e di ulteriori installazioni di distributori automatici presso le rivendite di tabacchi, ma almeno ha potuto recuperare l’eventuale perduto attraverso vendite impreviste, generate dall’emergenza Coronavirus.