Crescono le preoccupazioni per le forniture globali di caffè a causa delle rigide restrizioni sui viaggi dovute al lockdown imposto in Vietnam per affrontare la diffusione dell’aggressiva variante Delta di Covid-19. Una situazione che ha colpito in maniera particolare la logistica del caffè, di cui il Vietnam è il secondo più grande esportatore al mondo e il primo per quanto riguarda la varietà Robusta.
Le catene di approvvigionamento sono state interrotte, in particolare, dalle misure del porto di Ho Chi Minh City, oltre che dalle restrizioni in alcune aree di coltivazione del caffè degli altopiani centrali.
Il Vietnam era riuscito a contenere la diffusione del virus lo scorso anno attraverso lockdown e rigorosi tracciamento dei contatti, consentendo alla sua economia di crescere a uno dei tassi più alti a livello globale nel corso del 2020. Ma, a causa della mancanza di vaccini e del dilagare della più contagiosa variante Delta, i casi sono aumentati di giorno in giorno fino a raggiungere quest’anno quasi 500.000 contagi, rispetto ai 1.500 registrati in tutto il 2020.
Pertanto, a giugno è stato necessario introdurre restrizioni, soprattutto a Ho Chi Minh City, il centro dell’epidemia, rafforzandole ulteriormente ad agosto, con gravi ripercussioni sulla filiera del caffè che hanno causato un aumento esponenziale dei prezzi. Da gennaio 2021 a oggi il prezzo dei caffè Robusta è aumentato del 50%, un fenomeno mai verificatosi prima d’ora.
La Vietnam Coffee-Cocoa Association ha chiesto al governo di allentare le restrizioni per permettere ai trader di trasportare i sacchi di caffè nei porti e riprendere le esportazioni. In risposta, il ministro dei trasporti, Nguyen Van The, ha chiesto ai funzionari del sud di ridurre alcuni ostacoli amministrativi per garantire il trasporto regolare di beni agricoli, come caffè e riso, principale sostentamento del popolo vietnamita. Basti pensare che l’ultima epidemia ha causato miseria per un milione di persone.