CONFIDA dice basta allo smart working: a gennaio il Vending perde il 31,5% di fatturato

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CONFIDA dice basta allo smart working: a gennaio il Vending perde il 31,5% di fatturato

Il Presidente di CONFIDA Massimo Trapletti chiede al Governo di revocare la circolare ministeriale del 5 gennaio consentendo ai lavoratori di tornare in azienda salvaguardando così il settore del commercio messo in ginocchio dal protrarsi dello smart working.


C’è un “lato oscuro” dello smart working che ai più non è noto: gli effetti che il cosiddetto “lavoro agile” sta avendo su molti settori del commercio. L’aumento repentino dei contagi da Covid a dicembre e la conseguente circolare del 5 gennaio dei Ministri Brunetta e Orlando che raccomandava “il massimo utilizzo della modalità di lavoro agile” ha infatti fatto crollare i consumi di molte imprese e tra queste quelle della distribuzione automatica di alimenti e bevande, settore in cui l’Italia è leader a livello internazionale con 800 mila vending machine installate, e gestite da oltre 3 mila aziende che danno lavoro a più di 30 mila persone.

A lanciare un grido d’allarme è l’associazione di categoria della distribuzione automatica, CONFIDA. “A gennaio gli operatori del vending registrano perdite del -31,55% – spiega Massimo Trapletti, Presidente di CONFIDA dovute principalmente alla ripresa dello smart working che ha svuotato aziende e pubbliche amministrazioni contribuendo al crollo verticale delle consumazioni. Le nostre aziende sono in grave difficoltà e difficilmente potranno resistere fino al 31 marzo, ossia alla fine dello stato di emergenza”.

Nella seconda parte del 2021, con i contagi prevalentemente sotto controllo, si era invece assistito ad una progressiva diminuzione del lavoro agile, come mostrano i dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano: a marzo 2021 gli smart worker in Italia erano 5,37 milioni (di cui 1,95 milioni nelle grandi imprese, 830mila nelle PMI, 1,15 milioni nelle microimprese e 1,44 milioni nella PA), a settembre 2021 erano scesi a 4,07 milioni.

Neanche gli aiuti di Stato, in particolare il Decreto Sostegni Ter, hanno aiutato le aziende della distribuzione automatica: i paletti troppo restrittivi del decreto che limita i ristori alle aziende sotto i 2 milioni di euro di fatturato taglia fuori la maggioranza degli operatori del settore.

“Nell’ottica dell’allentamento delle misure anti-Covid che sta pianificando il Governo, chiediamo di revocare la circolare del 5 gennaio promuovendo il rientro dei lavoratori in presenza sia nel settore pubblico sia in quello privato – conclude il presidente di CONFIDA – e in tal senso accogliamo positivamente le recenti dichiarazioni del Ministro Brunetta. Inoltre, occorre modificare il DL Sostegni Ter alzando la soglia di fatturato almeno a 10 milioni e le perdite minime al 20% in modo da far accedere agli aiuti tutte le aziende che in questo momento sono in difficoltà”.

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