La popolazione mondiale cresce e le scorte alimentari si riducono, tanto che si prevede che nel giro di pochi decenni non si riuscirà a produrre cibo sufficiente per tutti. A ciò si aggiungono i problemi legati alla sostenibilità: gli allevamenti intensivi di carne, ad esempio, impattano notevolmente sui consumi di acqua. Basti pensare che per produrre un chilo di carne di manzo occorrono 15.415 litri di acqua.
Questi fattori hanno portato gli esperti alimentari del pianeta, in particolare l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, a spingere i consumatori a cambiare rotta, prediligendo alimenti presenti in natura e allevabili con poco spreco di risorse, come gli insetti.
È vero che non bisogna spingersi troppo lontano per trovare già oggi estimatori di questo tipo di alimentazione, visto che il 3 maggio scorso, l’Unione Europea ha autorizzato l’allevamento di insetti per scopi alimentari. È anche vero che per trovarli in vendita nei distributori automatici occorre andare fino in Giappone, dove nella città di Takamori, nella prefettura di Nagano, nel Giappone centrale, un giovane imprenditore ha subito colto l’occasione, avviando la vendita di insetti commestibili nelle sue vending machine.
La macchina propone 18 tipi di insetti fritti, inclusi grilli e cavallette, aromatizzati al sale o ricoperti di cioccolato, in vendita ad un prezzo che oscilla tra i 1.000 e i 2.600 yen (€ 6 / € 19).
Benché sia ormai noto che gli insetti commestibili sono ricchi di proteine e vengono allevati in modo molto più sostenibile rispetto al manzo o al maiale e sebbene ci siano in tutto il mondo ben 2 miliardi di persone che se ne nutrono, crediamo che difficilmente il fenomeno possa diventare un’abitudine quotidiana. Soprattutto per noi italiani.