07-09-2015 – Lo spiega Alberto Bertone, presidente del Gruppo Sant’Anna, che già da qualche anno ha realizzato la pluripremiata BioBottle, la prima bottiglia di acqua minerale in formato da 1,5 lt., destinata dunque allo scaffale e quindi alla più ampia distribuzione.
Si tratta di un packaging 100% vegetale, ricavato dalle piante e che degrada in sole 8 settimane nel contenitore dell’umido, con tutte le agevolazioni e il risparmio che ciò comporta per la fase di smaltimento.
Acqua Sant’Anna non è l’unico imbottigliatore di acqua minerale ad offrire al mercato una proposta di pet sostenibile, così come i consumatori sembrano sempre più ricettivi e disposti anche a spendere qualche centesimo in più per sostenere l’ambiente. Stando almeno a quanto rilevano i numerosi sondaggi sull’argomento.
Eppure, l’idea e il prodotto non decollano e la Grande Distribuzione sembra sorda al richiamo delle aziende e ai loro sforzi ecosostenibili.
Secondo Alberto Bertone, se l’Italia è poco sensibile a queste tematiche rispetto ad altri Paesi europei, la responsabilità è prima di tutto delle istituzioni e degli imprenditori – vedi grossisti – della Grande Distribuzione che sembrano interessati ma poi in concreto non scelgono il prodotto in packaging sostenibile come prima referenza dello scaffale.
Secondo Bertone, occorrerebbe una legge che imponga alla GDO di inserire almeno una percentuale di prodotto (stimata intorno al 10%), per poi gradatamente aumentarla, fino a portarla al 100%.
Un po’ com’è accaduto alla legge contro il fumo nei luoghi pubblici che ha coinvolto prima una parte degli esercizi e delle strutture (hotel e ristoranti) per poi mano mano ampliarne il numero.
È mai possibile che in Italia si debba ricorrere sempre a mezzi coercitivi? Anche quando si tratta di “fare del bene” a noi stessi e all’ambiente in cui viviamo?