27-03-2018– Uno degli slogan che scorrono sul portale dell’AMAP, la società che gestisce le risorse idriche, vale  a dire l’acqua pubblica del Comune d Palermo, è “l’acqua è un bene di tutti“. Questo slogan evidenzia una precisa caratteristica dell’acqua dell’acquedotto: appartiene al Comune e ai suoi cittadini, che già pagano per tutti i servizi connessi alla distribuzione e alla manutenzione degli impianti idrici.
La società di gestione che ne ha l’appalto sembra aver, in qualche modo, cambiato idea annunciando la volontà di imbottigliare e vendere l’acqua pubblica, trasformando il servizio in un’attività commerciale. La notizia ha immediatamente suscitato la reazione del Consiglio comunale che, sottolineando come l’acqua dell’acquedotto sia e resti un bene pubblico, evidenzia come tale decisione sarebbe una deroga allo Statuto che regola i rapporti con le società partner nella gestione dei servizi del Comune. I consiglieri di alcuni schieramenti politici ritengono che vi sia il tacito assenso del sindaco e che la vendita dell’acqua pubblica servirebbe a colmare il deficit dell’AMAP, dovuto soprattutto all’enorme perdita di acqua causata da condutture fatiscenti e non manutenute.
La polemica è aperta e accesa: la storia della regolamentazione dell’acqua pubblica in Sicilia già in passato ha visto scendere i cittadini in piazza. Potrebbe accadere ora che i palermitani si ritrovino l’acqua di rubinetto anche sugli scaffali dei supermercati?