Anche il Ministero della Salute del nostro Paese, dopo la Francia e la Svizzera, dichiara illegali i monouso in plastica contenenti polvere di bambù, in quanto non idonei al contatto con gli alimenti, come stabilito dai Moca.
Il ministero, rifacendosi a quanto stabilito dal documento europeo che ne sancisce la illegalità, dichiara che “la polvere di bambù e sostanze simili, compreso il mais, non sono autorizzate dal regolamento europeo n. 10/2011 per l’uso come additivi nella produzione di Moca in plastica, in quanto non è stata effettuata alcuna valutazione del rischio da parte dell’Efsa, e sono considerati non idonei al contatto con gli alimenti”.
Eppure, da quando è esplosa la guerra alla plastica e si è sollecitata la ricerca di materiali alternativi, il bambù sembrava poter essere una soluzione idonea, trattandosi di materiale ligneo, quello da cui ormai si produce la maggior parte delle palette per il caffè distribuite nel mercato.
In realtà, però, il monouso in plastica contenente fibre vegetali, ai fini della stabilità e della resistenza, viene miscelato con una resina che contiene melammina e formaldeide, elementi tossici e certamente non idonei al contatto con gli alimenti. Lo comprovano le analisi su questa tipologia di Moca che hanno dimostrato una migrazione di melammina e formaldeide ben al di sopra dei limiti consentiti.
Si arriverà mai a comprendere che la plastica pura, come può essere il polistirolo di cui sono composti bicchieri e palettine in uso nel Vending, è l’unico materiale sicuro dal punto di vista delle prestazioni e dell’igiene e che solo il corretto smaltimento e riciclo può garantire la riduzione dell’uso di plastica vergine?