02-04-2019 – Nell’attesa che arrivi l’approvazione definitiva da parte del Consiglio degli Stati Membri e che nel 2021 venga recepita negli ordinamenti nazionali (si spera con qualche rimodulazione), la neo approvata direttiva europea sulla plastica monouso ha già creato spaccature all’interno del nostro governo.
Che il Movimento 5 Stelle fosse a favore è cosa risaputa, dal momento che è stata la forza politica più attiva nello spingere amministrazioni ed enti locali a prendere provvedimenti contro l’uso di bicchieri e bottiglie di plastica, al di là di quanto previsto dall’Europa. L’approvazione della direttiva, avvenuta la scorsa settimana, è stata perciò salutata dai Pentastellati come una “vittoria del Pianeta” ed ha immediatamente scatenato le reazioni delle altre parti politiche, compreso gli alleati di governo della Lega, i cui eurodeputati a Strasburgo avevano votato contro.
La voce più dura è stata quella di Elisabetta Gardini, eurodeputata di Forza Italia, che considera la nuova legge un attacco diretto all’Italia, che è un’eccellenza nella produzione di plastica, e quindi un duro colpo per la nostra economia e per la sopravvivenza delle tante piccole e medie imprese di questo comparto.
A questo link, l’intervento dell’on. Gardini in occasione del voto al Parlamento Europeo.
Spendendo qualche parola anche a favore del Vending, la Gardini ha affermato:
“I divieti sembrano fatti su misura contro l’Italia”, poiché stoviglie, piatti e bicchieri “sono prodotti soprattutto da piccole e medie imprese italiane”.
Tale divieto va a colpire un settore che genera un fatturato di 1 miliardo annuo e conta 3.000 dipendenti e un comparto, quello della distribuzione automatica, del quale siamo ancora una volta un’eccellenza e “che dà lavoro a 30.000 persone”.
Inoltre, continua la Gardini, “si colpiscono le categorie di prodotti che, nella lista dei dieci oggetti trovati più frequentemente dispersi nell’ambiente, non stanno né al primo, né al secondo, né al terzo, ma bensì al settimo posto”. E conclude “Mi aspetto che il governo argini i danni di questa direttiva e tuteli l’eccellenza e la creatività italiana“.
La voce dell’on. Gardini si unisce al coro di proteste di rappresentanti del settore della plastica e titolari delle 30 imprese coinvolte. Interessante quanto ha dichiarato a ADNKRONOS Angelo Bonsignori, direttore Federazione Gomma Plastica, l’associazione che riunisce i trasformatori di materie plastiche (Unionplast) e la filiera della produzione e trasformazione della gomma (Assogomma).
“Resta un anno e 9 mesi per chiudere queste aziende, visto che la direttiva non fa distinzione sull’origine delle plastiche ed esclude anche i prodotti biodegradabili e compostabili. È stata adottata senza alcuna base scientifica e anche sotto il profilo ambientale, è stata presa una decisione affrettata. Le vie da percorrere sono altre”.
Bonsignori si riferisce alla legge di bilancio presentata a dicembre 2018 che, oltre a rinviare il divieto al 2023, chiedeva di “incorporare più materie riciclate nei prodotti tradizionali e incentivare l’impiego di prodotti plastici non oil”. In tal modo si sarebbe compreso “se è più conveniente seguire la strada dei circuiti di riciclo o seguire la strada della sostituzione con prodotti compostabili o biodegradabili. Questo è il sistema per prendere delle decisioni che non siano strumentali. Siamo i primi ad essere d’accordo sul contrasto degli abusi ma la plastica monouso è utile negli ospedali, nelle scuole, durante le manifestazioni pubbliche ma anche durante le emergenze, come alluvioni e terremoti, dove le condizioni igieniche sanitarie sono precarie. Sfido chiunque a dirmi che sulla poltrona del proprio dentista spera di trovare un bicchiere diverso dal monouso”. E conclude prevedendo in futuro sia problemi occupazionali che carenza di quei prodotti che, in talune circostanze, risultano irrinunciabili.