In una dichiarazione ad Adnkronos, a margine dell’Assemblea pubblica di Assobibe del 26 giugno, Giangiacomo Pierini, presidente dell’associazione che riunisce le imprese che producono e distribuiscono bevande analcoliche, così è espresso (ancora una volta) in merito alla sugar tax:
“La sugar tax determinerebbe un incremento della fiscalità per litro di bevanda del 28%. Questo significa che molto difficilmente l’impresa potrebbe farsi carico della tassa e molto probabilmente sarebbe costretta a rifletterla sui prezzi. Questo porterebbe a una riduzione stimata di un 16% in meno di acquisti di volumi, che però significa anche minori acquisti di materie prime. Speriamo che il Governo, dopo averla posticipata per due volte e provato a introdurla con aliquota ridotta, capisca che non serve e che anche gli obiettivi di finanza pubblica che si pone non sarebbero raggiunti. Si verificherebbe però un danno molto pesante alle imprese del settore che per il 64% sono piccole e medie, quindi anche più esposte a rischi di questo tipo.”
E, in realtà, sono proprio i consumatori a dichiararsi contrari alla tassa (una media del 58%) come è emerso dalla ricerca “Bevande analcoliche come Comfort Food: il valore, il significato e le emozioni” condotta su un campione di 4000 persone dai 18 anni in su, effettuata da Euromedia per Assobibe e presentata in occasione dell’Assemblea.
Quasi la metà degli italiani (46%) ha tra le bevande analcoliche un comfort drink che cerca quando ha bisogno di sentirsi appagato, di concedersi una coccola, di rilassarsi, o semplicemente di “staccare” per qualche minuto dagli impegni quotidiani, senza sensi di colpa né necessità di restrizioni per controllarne il consumo.
La ricerca evidenzia chiaramente il ruolo di questi prodotti nella vita degli italiani: per il 61,8%, concedersi un momento con la bevanda analcolica preferita è importante per la sensazione di relax e appagamento che essa genera. Per oltre 7 italiani su 10, queste bevande sono associate a momenti di socialità e convivialità (rispettivamente per il 73% e il 74%) e facilitano momenti di confronto e relazione (56,5%).
Per la maggioranza degli intervistati (57%) le bevande analcoliche possono essere consumate scegliendo tra le varianti più adatte al proprio stile di vita, grazie alla varietà di proposte “zero” (zucchero, caffeina, ecc.) che il mercato offre, permettendo così di non rinunciare del tutto a momenti di relax e condivisione. Di questo parere sono soprattutto i giovani di età compresa tra 18 e 30 anni (69%).
Ricollegando il tema della sugar tax a questi ultimi dati, il presidente Pierini ha così concluso: “Quest’ultimo dato è di un’importanza cruciale per il settore, perché riguarda buona parte degli stessi consumatori delle bibite analcoliche: la grande maggioranza degli intervistati ritiene dunque che imporre un prezzo maggiore per questi prodotti, a causa della Sugar Tax, sul lungo periodo non avrebbe effetti sulle scelte di acquisto. Ergo, con questa nuova tassa l’unico a guadagnare davvero sarebbe lo Stato, incrementando i suoi introiti”.