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28-09-2016 – Non bastavano salutisti e dirigenti scolastici: anche un’associazione di consumatori attacca il vending e questa volta la causa non sono gli snack ipercalorici, bensì i prezzi.
Come riportano le cronache locali l’associazione dei consumatori di Caserta protesta contro i prezzi delle bevande praticati nei distributori automatici di molti luoghi pubblici della Provincia.
Pare che per un caffè occorra sborsare ben 0,60 centesimi di euro mentre, a parità di luogo di installazione, a Milano il prezzo sarebbe di € 0,30, prezzo altrettanto contestato, a quanto pare.
In seguito alla protesta, si è scatenata la fantasia di chi l’ha riportata: dalla solita accusa di evasione all’affermazione che “la ristorazione veloce dovrebbe essere un servizio e non un business“!
Ci chiediamo: secondo chi commenta senza conoscere il settore, di che dovrebbero vivere le famiglie di chi gestisce distributori automatici? E ci riferiamo alle famiglie di chi investe per intraprendere nel vending, ai caricatori, ai tecnici, agli addetti al commerciale ecc. ecc.
Non solo: i commentatori sono a conoscenza dei canoni che i gestori devono sborsare per poter esercitare la propria attività all’interno delle strutture pubbliche? Perché di questo si tratta: di un’attività commerciale e non di un’opera filantropica.
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