28-11-2019 – Ha del paradossale la situazione che si è venuta a creare in questi giorni presso la sede centrale a Roma della Banca d’Italia, a causa del sistema a chiavette, introdotto al posto dell’uso delle monete per prendere il caffè ai distributori automatici interni.
Il paradosso nasce dal fatto che, nella lotta all’evasione, per ridurre l’uso del contante e rendere le transazioni tracciabili, è partita proprio dal sistema bancario la spinta alla digitalizzazione dei pagamenti, inserita poi nella manovra finanziaria attualmente in fase di approvazione.
La chiave elettronica, invece, è stata mal accolta dal personale della sede di Palazzo Koch che, sentendosi privato del diritto di usare le monetine alla macchinetta del caffè, si è rivolto addirittura al sindacato di categoria per difendere la libertà all’uso degli spiccioli. In verità, i dipendenti della sede si lamentano non tanto della rivoluzionaria chiavetta, quanto piuttosto del fatto che il personale proveniente da altre sedi della Banca non ne possa disporre normalmente, ma ne riceve una a tempo, quello sufficiente alla sua permanenza presso Palazzo Koch.
Quel che sembra ancor più paradossale è che, per eliminare l’uso delle monete, la banca abbia optato per il sistema chiave, che può dirsi ormai superato, e non per l’applicazione sui distributori di lettori di carte di credito. Un sistema che avrebbe semplificato l’accesso alle macchine sia agli interni che agli esterni e grazie al quale la Banca avrebbe dato il buon esempio, passando al tanto sollecitato sistema di pagamento digitale.