[df-subtitle]Il TAR accoglie il ricorso di un ristoratore[/df-subtitle]
21-03-2017 – La Commissione Tributaria Provinciale di Genova ha accolto il ricorso di un ristoratore al quale l’Agenzia delle Entrate aveva contestato un’evasione rispetto al numero dei caffè venduti, evasione calcolata utilizzando il metodo induttivo in base al quale ad X chilogrammi di caffè acquistato corrispondono Y caffè venduti.
La verifica aveva avuto luogo nel 2010 ed era terminata con una multa di € 180.000 contro la quale l’esercente aveva fatto ricorso, evidenziando l’empiricità del metodo utilizzato dagli accertatori.
I giudici della Commissione Tributaria hanno accolto il ricorso con la seguente motivazione:
” Trattasi di un empirico criterio valutativo scarsamente attendibile in quanto grossolano, approssimativo e condizionato da molteplici fattori variabili. Umani: i diversi operatori addetti alla macchina; ambientali: percentuale di umidità. (Inoltre) la stima dell’Agenzia circa il numero dei caffè abbinati ai pasti somministrati va corretta sia in ragione della quantità di prodotto impiegato per la preparazione dei dolci, che per effetto dei consumi “interni” da parte del personale dipendente.”
Si tratta di una metodologia largamente utilizzata dagli accertatori dell’Agenzia delle Entrate e non solo nel settore della ristorazione. Viene regolarmente applicata anche nella distribuzione automatica, dove oltre ai fattori “umani e ambientali” vanno considerati i caffè offerti, le prove effettuate dai caricatori e dai tecnici on site e nelle officine delle società di gestione, il caffè gettato perché invecchiato nella campane dei distributori automatici o perché non più utilizzabile per motivi di igiene, come nel caso di ritiro delle macchine.
Il caso citato potrebbe costituire un valido punto di riferimento per quanti si dovessero trovare nella stessa condizione del ristoratore di Cogoleto.
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