08-02-2017 – Una burocrazia sorda, che ha messo i bastoni tra le ruote alla CDA Cattelan Distributori Automatici lasciando arenare il progetto di riciclo dei fondi di caffè in pellet, non è bastata a fermare lo spirito innovativo e l’animo green dell’azienda che ha immediatamente rilanciato con un nuovo progetto.
Protagonisti ancora una volta i fondi di caffè ritirati dai distributori automatici gestiti dalla società di Talmassons, che saranno utilizzati per coltivare funghi, un’idea non del tutto originale ma sicuramente poco diffusa, che la CDA intende realizzare concretamente già a partire da quest’anno.
Decisivo è stato l’incontro con il micologo e cofondatore della startup Micomondo Carlo Marin, il quale nel corso della sua permanenza in Australia era venuto a conoscenza di ricerche in questa direzione, concretizzando l’idea una volta tornato in Italia ed entrato in contatto con Fabrizio Cattelan.
Come lo stesso Marin spiega, per il momento sono due le varietà di fungo che si prestano a questo tipo di coltivazione, ma con ogni probabilità se ne potranno aggiungere altre, semmai poco note in Italia, inserendo quindi anche nel nostro Paese altre specie commestibili.
Quali dimensioni può avere questo tipo di coltivazione? È ancora una volta Marin a fare i conti: prendendo in considerazione una delle varietà attualmente coltivabili – la sbrisa – e considerando che ogni anno la CDA ritira un centinaio di tonnellate di caffè, si può prevedere un potenziale di 30 tonnellate di funghi ogni anno, che venduti a 2 euro al kg significano 60.000 euro.
Dal canto suo, Fabrizio Cattelan, rammaricato dalla burocrazia che ha bloccato il progetto di riciclo dei fondi di caffè in pellet, ha così commentato:
” È fondamentale sensibilizzare le istituzioni: l’utilizzo dei fondi di caffè come biomassa è già fattibile, Paesi come Germania e Francia già si sono strutturati in questo senso. Fino a quando in Italia saremmo bloccati da una mera questione burocratica?”
E parlando del nuovo progetto: “Lavorando direttamente sul territorio ci siamo resi conto di quali fossero le ricadute negative di questo genere di servizio in termini di rifiuti. Basti pensare che una macchina per il caffè, ad ogni svuotamento, lascia dietro di sé dai 15 ai 20 kg di fondi… I fondi di caffè sono identificati come rifiuti, e quindi non utilizzabili per la combustione a livello domestico.
Dal confronto/incontro con Carlo Marin è nata l’idea alternativa di avviare coltivazioni di funghi “alimentate” dai fondi di caffè raccolti dai caricatori nei loro giri di rifornimento.
Il progetto è, al momento, al punto di partenza e si stanno raccogliendo fondi per acquistare grandi celle frigorifere che consentano di coltivare in tutte le stagioni. A partire già da questa.