10-07-2015 – Il progetto risale al 2013 ma è stato presentato solo ora, dopo due anni di test effettuati in Sicilia, dove la Fondazione Coca-Cola lo ha finanziato ed iniziato la sperimentazione insieme all’Università di Catania, al Distretto Agrumi di Sicilia e alla Cooperativa Empedocle.
Il progetto si pone l’obiettivo di ricavare energia pulita dagli scarti della produzione di agrumi siciliani, il cosiddetto pastazzo, sfruttando i residui umidi derivanti dalla produzione industriale dei succhi, risolvendo il problema dello smaltimento di questi particolari rifiuti. Basti pensare che in Sicilia ogni anno vengono smaltite circa 340.000 tonnellate di pastazzo per un costo di 10 milioni di euro per la filiera agrumicola siciliana.
Il progetto è stato presentato a Milano il 7 luglio, ma è operativo sin dal 2013 quando nel catanese, zona di produzione delle famose arance rosse siciliane, è stato installato un impianto pilota in grado di testare di volta in volta tecniche e miscele di biomasse locali così da massimizzare l’utilizzo di pastazzo nella produzione di biogas. La sperimentazione è servita ad individuare il corretto mix di scarti, in grado di generare metano così che le aziende di volta in volta possano provare sul campo una risorsa energetica pulita.
In occasione della presentazione, Ulrike Sapiro, direttore sostenibilità ambientale di Coca-Cola, ha affermato che il progetto non rappresenta solo l’impegno di Coca-Cola per la sostenibilità ambientale, ma anche un’opportunità di creare nuovi posti di lavoro sul territorio siciliano.
Quando, nel 2013, l’impianto prese a funzionare, Vittorio Cino, direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali Coca-Cola Italia si disse convinto che “dopo questa fase di startup il progetto potrà continuare il proprio percorso in modo autonomo: primo per la qualità oggettiva della realizzazione industriale; secondo perché nasce da una richiesta e da un bisogno del territorio e del mondo produttivo“.
Secondo i calcoli degli studiosi del progetto, si stima che con 20 impianti come quello realizzato in via sperimentale a Catania si potrebbe riuscire a creare un’alternativa importante per la produzione di energia elettrica.
