La pandemia del COVID ha avuto un impatto drammatico sulla nostra vita quotidiana ed ha rivelato l’importanza di effettuare test rapidi e ripetuti su un gran numero di persone, affinché si tenga tracciamento e controllo della diffusione del virus nella popolazione.
Le strutture in grado di effettuare i test non riescono a monitorare un numero di persone sufficiente per ottenere uno screening di massa e sono concentrate soprattutto su individui con sintomi, mentre i test rapidi autoeseguiti sono inaffidabili.
Eppure, una svolta nello screening potrebbe essere data proprio dalla possibilità di ognuno di eseguire in casa il proprio test, secondo modalità semplici ed accessibili a tutti.
Un metodo di rilevazione emergente è il LAMP che consente di rilevare piccole quantità di RNA virale da tamponi orali / nasali anche in una fase iniziale dell’infezione, ma gli strumenti per eseguirli sono costosi come quelli dei test PCR. Diversamente da questi ultimi, però, i LAMP potrebbero essere eseguiti anche da persone non qualificate, se vi fosse una metodologia semplice ed economica.
È quello a cui è arrivato il team Bionanotechnology dell’Università di Wageningen in Olanda, di cui fa parte il chimico organico italiano Vittorio Saggiomo, che ha pensato alla capsula di caffè tipo Nespresso come dispositivo per eseguire il test COVID usando il metodo LAMP. L’idea è venuta al nostro chimico mentre era in smart working e beveva il suo caffè alla macchinetta. Individuare in casa gli strumenti che potessero essere utilizzati per eseguire il test è stato facile: la capsula di caffè, della cera, una stampante 3D, acqua bollente per indurre la reazione, una pentola…Da qui è nato il CoroNaspresso.
Per comprendere come il kit sia stato costruito e come funzioni (sul fornello di casa) rimandiamo allo studio pubblicato dal team olandese. Qui riportiamo le conclusioni.
Considerando il design e i materiali richiesti, CoroNaspresso può essere prodotto in milioni di esemplari in breve tempo. Le uniche due cose necessarie per eseguire il test sono il fuoco (o l’elettricità) e l’acqua. È facile da riciclare senza creare rifiuti elettronici o rifiuti di plastica eccessivi. Il dispositivo CoroNaspresso può essere utilizzato anche nei paesi a basso reddito, nonché in luoghi remoti.
Per quanto riguarda il campione molecolare da sottoporre a test, sono stati presentati protocolli basati su saliva e gargarismi che consentono la raccolta di materiale virale delle persone da analizzare. Inoltre, il dispositivo non si limita al rilevamento di SARS-CoV-2, ma potrebbe essere utilizzato per qualsiasi test RNA / DNA.