Di fronte allo stato di emergenza che si è venuto a creare a causa dell’emergenza Coronavirus, CONFIDA si è immediatamente attivata a sostegno delle imprese che operano nelle zone considerate a rischio.
Già la scorsa settimana, l’associazione di categoria ha rappresentato ai vertici di Confcommercio le diverse richieste ricevute dagli associati riguardo alle gravi ricadute che l’emergenza epidemiologica da Covid-19 (“Coronavirus”) sta avendo sul settore della Distribuzione Automatica, in special modo nelle cosiddette zone “rossa” e “gialla”.
In particolare, il Presidente Massimo Trapletti ha scritto al Segretario Generale di Confcommercio – Imprese per l’Italia, Luigi Taranto, che sta discutendo al tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico le misure di sostegno alle imprese che saranno oggetto di un apposito Decreto ministeriale di prossima pubblicazione. Analoghe comunicazioni sono state inviate al Segretario Generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza Marco Barbieri e alla Coordinatrice di Confali e Vice Presidente di Confcommercio Donatella Prampolini.
Il Presidente Trapletti ha sottolineato le difficoltà delle aziende del settore del vending con sede legale o filiale commerciale nella “zona rossa” o nelle immediate vicinanze della stessa che rende impossibile lo svolgimento della propria attività. Al contempo ha segnalato come anche nella ben più estesa “zona gialla”, ossia in diverse Regioni italiane, la chiusura di scuole, università, palestre e centri di aggregazione e il largo impiego di telelavoro o smart working da parte delle imprese hanno lasciato i distributori automatici pressoché inutilizzati creando un sostanziale mancato guadagno per gli operatori settore.
Alle lettere sono seguiti contatti tecnici tra CONFIDA e gli uffici competenti di Confcommercio che hanno analizzato nel dettaglio le problematiche del settore del vending e le proposte avanzate che riguardano svariati aspetti segnalati dalle imprese associate: dalle tematiche occupazionali, a quelle relative ai ratei dei finanziamenti in essere, fino alle necessità di contributi a sostegno della “ripartenza” delle imprese.