Quali regole stabilire per il Vending al tempo del Coronavirus? Assimilabili ai luoghi della ristorazione ma con modalità di vendita tutte proprie, non è stata individuata una regola comune (e nazionale) per l’uso dei distributori automatici, lasciati alla libera interpretazione di amministrazioni pubbliche e proprietà private.
In Corea del Sud, duramente colpita dall’epidemia ma in fase di recupero, il Vending ha rappresentato un mezzo attraverso il quale fare acquisti, evitando contatti diretti tra le persone. Le ferrovie svizzere, per salvaguardare la salute dei dipendenti (ma anche dei passeggeri) hanno sospeso la vendita dei biglietti agli sportelli e incentivato quella alle biglietterie automatiche, insieme logicamente a quelle online e via app.
In Italia stiamo assistendo ad una libera interpretazione delle modalità d’uso dei distributori automatici, a cominciare dalle aziende private, come ci ha raccontato il direttore di CONFIDA Michele Adt in questa intervista del 10 marzo.
Alcuni titolari delle imprese in cui sono presenti vending machine, interpretandole come luogo di aggregazione, hanno chiesto ai gestori di disattivarle in attesa di tempi migliori; qualcun altro di limitare il caricamento ai soli prodotti confezionati e qualcun altro ancora di non caricarle più e di mantenerle in funzione fino ad esaurimento delle scorte.
Nel pubblico, in particolare per quanto riguarda i negozi automatici, sono i sindaci a dettare le regole: la stragrande maggioranza ha imposto gli stessi orari dei luoghi di ristorazione, apertura alle 6 del mattino con chiusura obbligata alle ore 18. Ciò significa che il gestore, puntuale, ogni giorno si deve recare sul posto per spegnere le macchine e ove possibile chiudere il locale, per poi ritornare il mattino successivo per ripristinare il servizio.
Particolare il caso del comune di Sassari: qui il sindaco Nanni Campus con l’ordinanza n° 11 del 10 marzo ha stabilito che: “Nel commercio effettuato a mezzo di distributori automatici dovrà esser costantemente presente un addetto con compito di assicurare la distanza minima di un metro tra i clienti dell’attività e la sanificazione dei distributori: le suddette attività osserveranno gli orari di esercizio di ristoranti e bar.”
In questo modo, il Vending perde la sua connotazione di punto vendita unattended, diventando un negozio normale, presidiato e per giunta igienizzato consumazione dopo consumazione.
A Cesena il Vending invece va a domicilio: per evitare assembramenti e contatti (ma anche il fermo dell’attività) il titolare di una lavanderia automatica ha deciso di prendersi carico del servizio, ritirando la biancheria sporca presso i clienti e riportandola a domicilio, una volta lavata ed igienizzata.
Insomma, il mondo del Vending si adegua ai tempi del Coronavirus!