La crisi generata dall’epidemia da COVID-19 ha portato profondi cambiamenti nell’economia globale, che è entrata in recessione, mentre le catene di approvvigionamento sono state messe alla prova dal mutato comportamento dei consumatori.
Analizzando il nuovo panorama, Nestlé ha rapidamente implementato misure efficaci per affrontare questa nuova realtà sviluppando soluzioni per soddisfare la crescente domanda di consumo domestico, di prodotti che supportano la salute e rafforzano il sistema immunitario, costruendo offerte convenienti per venire incontro alle minori disponibilità economiche dei consumatori. L’azienda ha inoltre accelerato lo sviluppo delle sue capacità digitali e ampliato l’e-commerce e la comunicazione online.
Tutto quanto messo in campo ha fatto sì che nel primo semestre del 2020 Nestlé registrasse una crescita organica del 2,8%, un utile netto in aumento del 18,3%, un margine di profitto netto in aumento di 340 punti base al 14,3%, e un utile per azione in crescita del 22,2%. In calo il fatturato che si è fermato a 41,152 miliardi di franchi svizzeri (pari a circa 39,3 miliardi di euro), con una contrazione del 9,5% rispetto ai primi sei mesi del 2019.
Secondo quanto chiarito in una nota dal Gruppo Nestlé, tale contrazione è da una parte alla cessione della divisione Skin Health e alla dismissione del business legato ai gelati negli Stati Uniti, dall’altra all’effetto sfavorevole del cambio, con l’apprezzamento del franco svizzero nei confronti delle altre principali valute.
Nella prima metà del 2020, gli effetti di COVID-19 sulla crescita organica sono variati sostanzialmente in base all’area geografica, alla categoria di prodotto e al canale di vendita, a seconda della tempistica dei focolai, della portata delle restrizioni e del comportamento dei consumatori:
- Geografie: la maggior parte dei mercati ha registrato una crescita più lenta nel secondo trimestre. Questa tendenza ha rispecchiato il pieno effetto della chiusura dei canali fuori casa e della riduzione delle scorte da parte dei consumatori che, allo scoppio dell’epidemia nel mese di marzo avevano fatto una vera e propria corsa ai rifornimenti.
- Categorie di prodotti: è aumentata la domanda per il consumo domestico (prodotti lattiero-caseari, culinari, caffè), per i prodotti per la salute personale e per gli animali domestici. Acqua e dolciumi, venduti soprattutto nel fuori casa (HoReCa e Vending), hanno registrato una flessione delle vendite.
- Canali di vendita: tutti i mercati hanno registrato un cambiamento significativo dai prodotti fuori casa e on the go, con un aumento significativo nel canale domestico, tanto che le vendite al dettaglio hanno subito un’importante accelerazione.
Al contrario, i canali fuori casa hanno registrato una crescita negativa, con cali significativi delle vendite per le boutique Nestlé Professional e Nespresso.
Le vendite e-commerce sono cresciute del 48,9%, raggiungendo il 12,4% delle vendite totali del Gruppo.
Ciò nonostante, il COVID-19 ha fatto registrare nuovi costi che si sono attestati su 290 milioni di franchi svizzeri, comprese le spese per i bonus pagati ai lavoratori in prima linea, per i protocolli di sicurezza dei dipendenti, le donazioni e le indennità dei clienti. Inoltre, il Gruppo ha assorbito costi per 120 milioni di franchi svizzeri relativi al personale e alle strutture rese inattive a causa delle misure di blocco.