14-07-2017 – Non uno ma ben due studi pubblicati su Annals of Internal Medicine e condotti su diverse popolazioni, hanno dimostrato che il caffè allunga la vita, soprattutto di chi ne consuma tanto.
La prima indagine coordinata da Marc Gunter dell’International Agency for Research on Cancer è stata effettuata su un campione di persone proveniente da 10 paesi europei, mentre la seconda guidata da Wendy Setiawan della University of Southern Califonia ha coinvolto altre etnie: afroamericani, nippoamericani, latinoamericani nonché caucasici.
Gli effetti positivi sembrano manifestarsi nello stesso modo su tutti i soggetti coinvolti: controllo del glucosio, livelli bassi di infiammazione nell’organismo, ma soprattutto benefici per l’apparato digerente e in particolar modo per il fegato poiché è stato dimostrato che il consumo del caffè aiuta a mantenere ottimali i valori degli enzimi.
L’ingrediente segreto di questo elisir non sarebbe però la caffeina, ma altri composti come, ad esempio, i polifenoli o gli acidi clorogenici che hanno proprietà antiossidanti e quindi si può anche il decaffeinato può assicurare la longevità.
Ciò che stupisce di più dello studio sono i dati riguardanti la quantità poiché, contrariamente a quanto si possa pensare, più caffè si consuma più si abbassa il rischio di mortalità: una tazza di caffè da 250 ml (le nostre tazzine da espresso sono da 40 ml) abbassa il rischio di mortalità del 12%, mentre tre o più tazze lo abbassano addirittura del 18%.
Gli stessi ricercatori, però, aggiungono alcune considerazioni a margine e invitano a guardare a questi risultati con prudenza, giacché vi sarà sicuramente bisogno di condurre altre ricerche per stabilire che i soggetti presi in esame non siano semplicemente più sani a prescindere.
Intanto, però, possiamo continuare a gustare una tazza di caffè senza troppe preoccupazioni ricordandoci che, senza eccessi, potremmo ottenere comunque dei benefici!