Con l’avvio della Fase 2, il rientro al lavoro dei dipendenti di aziende e uffici professionali comporta nuove responsabilità per i datori di lavoro che, nel riavviare l’attività, devono assicurare la tutela della salute dei collaboratori, adottando una serie di misure, pena la sospensione dell’attività fino a che tutti i protocolli di riferimento non vengono applicati.
Non si tratta solo della sanificazione generale e periodica degli ambienti, da affidare a ditta specializzata dietro il rilascio di certificazione attestante l’avvenuta operazione, ma anche di tutta una serie di accorgimenti che cambiano l’approccio al lavoro stesso e il rapporto con i colleghi.
È indispensabile che vi sia il dovuto distanziamento tra i collaboratori e, laddove non fosse possibile, l’uso di mascherine all’interno delle aree di lavoro. A questo proposito, il governo raccomanda ai titolari di azienda di mettere a disposizione guanti e mascherine, oltre a posizionare cartelli con indicazioni sul rispetto delle distanze di sicurezza.
Occorre predisporre ripetute sanificazioni con disinfettanti a base di cloro e alcol dei bagni, delle aree e delle attrezzature comuni, quali spogliatoi, sale mensa, mezzi aziendali, postazioni di lavoro e distributori automatici.
Per questi ultimi due, però, viene richiesta la partecipazione degli stessi lavoratori che dovranno provvedere alla sanificazione della propria postazione, utilizzando i prodotti forniti dall’azienda. La pulizia verrà effettuata all’inizio o alla fine dell’utilizzo; ma se la stessa attrezzatura viene utilizzata da più operatori nell’arco della stessa giornata, la sanificazione dovrà essere effettuata prima dell’utilizzo. Rientrano nella postazione di lavoro non solo le scrivanie, ma anche le tastiere e i mouse e tra le attrezzature di uso collettivo rientrano anche i distributori automatici. È necessario, quindi, mettere a disposizione dei dipendenti gel sanificante per le mani nelle aree comuni e in prossimità delle aree ristoro, nonché salviette e detergenti sanificanti da usare su mouse e tastiere, anche quelle dei distributori automatici e delle macchine per il caffè.
Va ricordato che, nel caso che il dipendente dovesse contrarre il virus COVID-19 per provata inadempienza del datore di lavoro rispetto ai protocolli di igiene, sarà questi a doversene assumere la responsabilità, poiché il DPCM del 26 aprile sancisce un principio fondamentale: devono essere aziende e professionisti a gestire il rischio e ad adottare le misure di sicurezza idonee ad evitare il contagio, assicurando adeguati livelli di protezione ai lavoratori.