21-10-2015 – È stato pubblicato su Il Sole 24 Ore, nella sezione dedicata ai Mestieri del Cibo, un interessante approfondimento sul mercato del caffè mondiale con un occhio più attento al nostro Paese.
Molti i punti toccati dall’articolo – al quale rimandiamo attraverso il link sottostante – e del quale riportiamo due particolari paragrafi relativi alle esportazioni di caffè torrefatto e ai consumi mondiali:
L’export del caffè torrefatto italiano raddoppia
Le esportazioni di caffé torrefatto crescono del 10%: negli ultimi 10 anni sono più che raddoppiate. Rappresentano il vero volano di crescita dell’industria italiana del caffè. I Paesi comunitari assorbono più del 70% (Francia, Germania e Austria), il resto a Stati Uniti, Australia e Federazione Russa. Recente lo sbocco su Europa Orientale, Emirati Arabi Uniti e in Cina, paesi tradizionalmente non abituati alla bevanda nera.
Per quanto riguarda le importazioni, i quattro quinti provengono da Brasile, Vietnam, India, Indonesia e Uganda con una crescita nell’ultimo anno dell’Indonesia.
In Finlandia i consumi maggiori
Sui mercati mondiali il caffè pesa come il petrolio e l’acciaio. L’economia di molti paesi (Brasile, Vietnam, Colombia, Indonesia, Etiopia) dipende interamente dalle esportazioni dell’oro verde.
La produzione complessiva è di 6,8 milioni di tonnellate, 115 milioni di sacchi, di cui tra i 77 e i 92 milioni destinati all’esportazione. Quasi il 70% della produzione è costituita dalla qualità Arabica, mentre la Robusta rappresenta il 30%.
I consumi mondiali pro-capite superano di poco i 4 kg annui, ma arrivano a 5,20 in alcune aree d’Europa. La Germania sfiora gli 8 kg , mentre il Portogallo si ferma a 2,37 kg. In Finlandia numeri più alti: con 11,4 kg a testa risulta la nazione che registra i maggiori consumi.
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