21-07-2016 – Non ha avuto nemmeno il tempo di entrare in vigore: la tassa sulle importazioni di olio di palma in Francia è stata bocciata dal Senato, smorzando così gli entusiasmi di quanti avevano portato avanti una decisa campagna contro il famigerato “grasso” sulla scia di un più ampio movimento denigratorio cresciuto in tutt’Europa a macchia d’olio.
La tassa, che prevedeva 90 euro a tonnellata sulle importazioni di olio di palma in Francia, era stata approvata a marzo e sarebbe entrata in vigore a partire dal 2017. Nonostante non avesse soddisfatto pienamente le richieste dei suoi detrattori (i verdi avrebbero voluto un’accisa di ben 300 euro per tonnellata), la tassa era stata interpretata come un primo significativo passo verso una messa al bando del controverso olio di palma. Così non è stato e la notizia ha dato sollievo ai coltivatori malesiani e al Malaysian Palm Oil Council che si vedevano minacciati in una delle maggiori risorse agricole del Paese.
Va detto che, nella maggioranza dei Paesi in cui il dibattito sull’olio di palma ha tenuto e tiene accesi gli animi, sono state le stesse aziende alimentari a rispondere alle richieste dei consumatori eliminando e sostituendo l’olio di palma con altro tipo di grassi.