In Giappone, nella stazione ferroviaria della città di Semboku, nella prefettura di Akita, il proprietario del ristorante Soba Goro ha installato un distributore automatico di carne di orso nero, nel tentativo di farne una specie di souvenir locale, tanto che il ristorante è segnalato nelle mappe per i turisti che visitano la zona.
A quanto pare, anche gli abitanti del luogo apprezzano il prodotto, richiesto anche in città più lontane, persino da Tokyo, che dista 350 miglia da Semboku, dove è arrivata voce della sua esistenza. Insomma, la carne di orso nero sembra essere una vera prelibatezza, venduta a ben 2.200 yen (16/17 dollari) ogni 250 grammi, disponibile h24 e ben pubblicizzata dai proprietari del ristorante, che ne esaltano la qualità e la versatilità: non diventa dura, neanche quando è fredda, e può essere cucinata in più modi, dallo stufato alla classica bistecca.
Il punto è che essa proviene da orsi catturati in montagna dai membri di un club di caccia locale a cui era stato permesso di uccidere un certo numero durante la stagione della caccia e questo ha scatenato la reazione degli animalisti, che hanno condannato l’attività di distribuzione automatica, messa in piedi dal ristoratore, chiedendo il divieto di caccia all’orso nero.
Ma la carne di orso, così come quella di balena, è molto popolare, soprattutto nel Giappone del nord, e difficilmente gli animalisti l’avranno vinta. Un po’ come accade per la caccia alle balene: condannata da anni, continua ad essere praticata nel Paese del Sol Levante.