15-10-2013 – Sono circa 60.000 i distributori automatici su cui Gruppo Argenta dovrà adeguare i prezzi, in vista dell’entrata in vigore il 1° gennaio 2014 del D.L. 63/2013.
Come annunciato e confermato anche dall’associazione di categoria Confida, l’aumento del prezzo dovrebbe essere di 5 centesimi per il caffè e le bevande calde e di 10 centesimi per gli altri prodotti.
L’Associazione ha inoltre fatto presente in numerose occasioni (stampa, TV, radio) che i prezzi praticati nella distribuzione automatica, in particolare quello del caffè, sono rimasti pressoché invariati dopo il passaggio dalla lira all’euro, il che significa negli ultimi 12 anni. Ciò è avvenuto nonostante l’aumento del costo delle materie prime e nonostante i rincari subìti dagli stessi prodotti venduti attraverso altri canali, come ad esempio il caffè al bar. Si è messo in evidenza il costo che le compagnie di gestione dovranno sopportare per effettuare l’adeguamento e i tempi lunghi che occorreranno e che rendono impossibile far scattare l’aumento il 1° gennaio all’unisono su tutte le macchine e necessario cominciare sin da subito.
Nonostante queste premesse e nonostante la comunicazione inviata da Gruppo Argenta ai suoi clienti, alla prime macchine adeguate sono seguite polemiche relative soprattutto al calcolo dell’aumento. I 6 punti percentuale di IVA in più avrebbero dovuto incidere di 2-3 centesimi sul prezzo finale del caffè che, invece, è stato aumentato di 5 centesimi.
Alle polemiche ha risposto Raffaele Bulgarelli, responsabile della filiale di Carpi:
“Tenendo in considerazione il taglio minimo delle monete accettato dai distributori automatici (5 centesimi), si realizzerà necessariamente un arrotondamento in eccesso al primo prezzo materialmente utile… Abbiamo imboccato questa strada perché altrimenti non riusciremo ad adeguare tutti i distributori in tempo utile. Ogni nostro tecnico riesce a intervenire su venti distributori al giorno. La verità è che con questa misura lo Stato incamera 100 milioni di euro in più di Iva che serviranno per gli eco bonus, mentre le aziende del settore ne debbono spendere 70 per adeguare tutti i distributori. Questo aumento non favorisce i consumi che sono già in calo. Così come va detto che gli incassi che saranno scaricati dal 2 gennaio saranno soggetti all’Iva al 10% anche se relativi a consumi effettuati nel 2013 e non riusciremo a scaricare tutte le macchinette. L’aumento serve a coprire i maggiori costi fatti segnare da materie prime e plastica e la speranza è che nel 2014 non si debba arrivare a qualche nuovo ritocco“.
La notizia è riportata su alcuni quotidiani locali e lascia prevedere mesi difficili per le compagnie di gestione. Ne è prova anche la reazione dei comitati di genitori di alcune scuole che sottolineano come l’aumento colpisca le fasce più deboli e gli studenti degli istituti in cui è vietato portarsi la merenda da casa.
Il problema maggiore è far comprendere loro che l’aumento non dipende dai gestori!