In un contesto nel quale la filiera dell’agroalimentare deve fare i conti con i danni provocati dalla pandemia, il segmento del caffè sta dimostrando che è possibile superare anche questo momento complesso.
Lo dimostrano i dati raccolti da Host, che anticipano un quadro molto interessante in vista della prossima edizione della manifestazione che in sinergia con TUTTOFOOD presenterà una panoramica completa e approfondita sul mondo del caffè.
I NUMERI DEL CAFFÈ
Secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale del Caffè (OIC) riportati dall’ICE ed
elaborati da Host, le esportazioni di caffè a livello globale sono aumentate del 6,5%
solo nei primi due mesi della stagione 2020/21 rispetto allo stesso periodo dell’anno
scorso. Il fattore principale alla base di questo aumento sarebbe l’incremento delle esportazioni dal Brasile, che ha registrato un raccolto record nel 2020, visto che le esportazioni dalla Colombia, sono diminuite del 4,5% nei primi due mesi della stagione 2020/21, mentre le spedizioni di altri Arabica soft sono diminuite del 5%. Le esportazioni di caffè robusta sono diminuite dell’1% nel periodo.
IN ITALIA SI PUNTA SUGLI UNDER 40
In questo contesto, nel 2020, il comparto italiano del caffè ha creato un giro d’affari di export pari a 1.3 milioni di euro rispetto agli 1.4 milioni di euro del 2019, secondo i dati dell’Istat, con un numero di addetti pari a 10.187 unità, secondo le analisi di
Unioncamere-Infocamere, che evidenziano anche come fra le 930 imprese del settore
nel 2020, quelle guidate dagli under 40 rappresentano il 6,5% e superano nettamente la media nazionale delle aziende manifatturiere giovanili (5,4%). Una bella iniezione di fiducia, questa, che fa guardare al futuro con maggiore sicurezza e speranza, anche a fronte della recente candidatura del caffè espresso italiano al titolo di Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco.
LE SFIDE PER GLI OPERATORI DEL SETTORE
Il caffè espresso rappresenta per molti, italiani e non, un vero e proprio rituale. A
confermarlo è l’indagine svolta dall’Istituto Espresso Italiano (IEI) in questo particolare
momento in cui si stanno confermando le aperture dei pubblici esercizi e che rivela
come il bar sia il luogo preferito, scelto dal 72% del target di riferimento.
Quali sfide dovranno dunque affrontare gli operatori del settore per soddisfare il
consumatore che ha sempre dimostrato il desiderio di tornare a bere una tazzina di caffè al bancone?
A raccontare quale sarà il mondo horeca post Covid visto da Host, in particolare per il segmento bar, ci ha pensato la Host Sales Italia Senior Specialist di HostMilano. Secondo i dati e i trend elaborati emergono nuove soluzioni “green” per andare incontro alle esigenze di consumatori sempre più attenti e consapevoli che richiedono un prodotto sostenibile, a partire dalla materia prima che non solo deve essere di qualità, ma anche certificata secondo i criteri di sostegno sociale nei territori in cui si coltivano le piantagioni, fino al packaging riciclabile.
In particolare poi, le macchine italiane per preparare l’espresso al bar sono considerate propulsori di una importante ricerca ecologica e sono state tra le prime attrezzature del settore equipment a innovarsi con sistemi tecnologicamente avanzati per il risparmio di acqua e di energia: non è un caso che il 75% di macchine italiane sia esportato all’estero, per affidabilità e performances nel processo di estrazione.
La sfida dunque sarà questa: offrire una tazzina di caffè espresso sempre più rispettosa dell’ambiente e del lavoro umano.