16-06-2016 – I dati IRI relativi al mercato del caffè per l’esercizio 2015 riportano, rispetto al 2014, un calo di volumi complessivi del 2,1%% a quantità nei canali della GDO (iper + Super + LSP) e un incremento complessivo a valore dell’1,9%, per un consumo GDO che ora vale 1.175 milioni di €.
Il caffè macinato fa la parte del leone con circa il 92% a quantità e un 89% a valore, mentre il caffè in grani conta per il 5,5% a quantità e il 4,5% a valore ed, infine, il caffè solubile che conta per il 2,7% a quantità ma il 6,1% a valore.
Tutti e tre i comparti sono in calo di volumi. L’aumento dei valori non è determinato dall’aumento dei prezzi unitari di vendita ma dal cambiamento mix delle vendite (più vendite capsule a prezzi €/Kg molto più alti del macinato normale, e meno vendite del macinato in sacchetti a prezzi €/Kg più bassi).
All’interno del comparto del macinato continua lo spostamento di volumi e valori dal macinato in sacchetti al macinato porzionato in cialde e capsule.
All’interno del macinato porzionato ha ormai preso il sopravvento il segmento delle capsule che vale ora da solo circa 200 milioni di euro e mostra una continua crescita, mentre il segmento delle cialde vale solo 50 milioni/euro e ha iniziato a perdere sia in volume che in valore. Il segmento delle capsule continua a crescere con tassi a due cifre. Le capsule assorbono solo il 4,3% dei volumi totali di macinato nella moderna distribuzione ma il 19% del totale valore. Cialde e capsule hanno rubato volumi soprattutto alla categoria del macinato “espresso”, che in effetti è il segmento che mostra le maggiori cadute di volume.
Si può notare come i prezzi €/kg delle capsule (47,9 euro/kg) siano cinque/sei volte i prezzi del macinato normale e questo spiega il perché ci sia una corsa sfrenata dei produttori di caffè verso il nuovo settore del porzionato con un contestuale forte aumento degli assortimenti del caffè porzionato su tutte le superfici di vendita.
Fonte: Beverfood
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