Presso la sede del Banco Alimentare della Campania a Fisciano (SA) ha preso il via a livello regionale l’accordo nazionale firmato nei mesi scorsi da CONFIDA e Fondazione Banco Alimentare.
La collaborazione prevede la raccolta e la donazione delle eccedenze alimentari del settore della distribuzione automatica da parte di Banco Alimentare ad enti convenzionati che offrono aiuto a famiglie e persone in difficoltà. Il progetto oggi coinvolge la Campania, che con il suo ricco comparto di imprese, é pronta a dire addio per sempre allo spreco alimentare nel settore del vending.
Erano presenti all’incontro il Presidente delle Imprese di Gestione di CONFIDA Pio Lunel, il
Direttore di CONFIDA Michele Adt, il Delegato della Regione Campania di CONFIDA Mario D’Antuono e Roberto Tuorto, Direttore Banco Alimentare della Campania.
La Campania conta un notevole numero di imprese nel settore: sono 332 quelle coinvolte, distribuite come segue tra le province: 165 a Napoli, 81 a Salerno, 38 a Caserta, 26 a Benevento e 22 ad Avellino.
“Da oggi – commenta Pio Lunel, Presidente delle Imprese di Gestione di CONFIDA – anche in Campania le imprese della distribuzione automatica, grazie alla partnership avviata tra Confida e Banco Alimentare durante la fiera di settore Venditalia, doneranno le eccedenze alimentari della distribuzione automatica a chi ne ha più bisogno. Siamo fieri di poter contribuire a questo progetto e puntiamo a raccogliere in un anno oltre 10 tonnellate di prodotti”.
“Siamo molto soddisfatti di avere la possibilità di attivare questo accordo, stretto a livello nazionale, anche nella nostra regione. Banco Alimentare Campania ha registrato da inizio anno un forte aumento delle richieste di aiuto alimentare rivolte alle strutture che sul territorio operano in convenzione con la nostra realtà”, dichiara Giuseppe Tessitore presidente di Banco Alimentare Campania, “Recuperare le eccedenze della distribuzione automatica è un nuova possibilità di approvvigionamento, di implementazione della nostra capacità di aiuto alimentare e di lavorare in rete con altri soggetti a favore di chi vive in difficoltà e non ha cibo a sufficienza per sé e per la propria famiglia”.