23-01-2015 – Dopo lo scandalo di Mafia Capitale, il Comune di Roma corre ai ripari ideando un sistema alquanto macchinoso che regolerà le gare d’appalto indette dall’amministrazione capitolina.
Per evitare manipolazioni umane, tutto verrà affidato alla casualità gestita da una specie di cervellone elettronico che, senza influenze esterne, dovrebbe stabilire quali ditte possono partecipare alle gare d’appalto per lavori, forniture e servizi.
Come riportato da Il Tempo.it, il sistema funzionerà più o meno così: tutte le aziende che intendono lavorare col Comune di Roma, dovranno essere accreditate all’interno di un Albo Fornitori. Nel momento di svolgere la gara, un cervellone elettronico procederà all’estrazione di un numero prestabilito di soggetti, alla presenza di un pubblico ufficiale esterno all’amministrazione (che dovrà restare sconosciuto, per evitare turbative d’asta). Successivamente verranno inviate le raccomandante (sotto un unico numero di protocollo) alle imprese, che poi procederanno alla loro offerta. Le aziende sorteggiate per la prima gara, quindi, non potranno essere estratte per gli appalti successivi, finché non ricomincerà il giro.
Il sorteggio non è l’unica novità. Arriverà, infatti, anche un albo per i soggetti delle commissioni giudicatrici, anche questi sorteggiati a rotazione. Alle aziende, poi, verrà richiesta anche una dichiarazione sui finanziamenti effettuati, nell’anno precedente, a partiti o esponenti politici. Stop, quindi, alla pubblicazione e svolgimento di gare nel mese di agosto. Altra novità riguarda i lotti, a cui verrà posto un tetto massimo (ancora stabilire).
Per Marino, «con queste nuove norme sarà davvero difficile eludere le regole». Ma Sabella avverte: «Le regole servono, ma ci vogliono anche gli uomini. La criminalità è sempre un passo avanti a noi».
La novità del Comune di Roma evidenzia l’incapacità di gestire l’amministrazione in maniera sana, senza dover ricorrere a escamotage che dimostrino che tutto viene fatto alla luce del sole e senza interferenze. È un po’ come ammettere che i cittadini hanno ragione a non fidarsi dei propri amministratori, visto che questi per dimostrare la propria integrità vanno ad affidarsi a una lotteria.