Anche Roma Capitale si vuole unire al gruppo di comuni italiani che hanno messo al bando bicchieri e bottiglie di plastica per rispondere alla Plastic Free Challenge e potersi fregiare del titolo di comune virtuoso. Un’esigenza, ma anche un trend, che diventa sempre più pressante alla luce delle stringenti norme europee, ultima delle quali l’entrata in vigore della tanto contrastata Direttiva SUP.
Mentre la maggior parte dei comuni che si dichiarano plastic free sono di piccola entità, nel caso di Roma si tratta di un’amministrazione comunale ampia e complessa, con uffici dislocati su un vasto territorio, difficilmente gestibili e controllabili da questo punto di vista. Bisogna vedere se la richiesta del consigliere Verde Nando Bonessio, fatta direttamente al sindaco Gualtieri, troverà l’appoggio degli altri schieramenti politici in Campidoglio e trasformarsi in realtà.
Nello specifico, il consigliere chiede di vietare distributori automatici che erogano bottiglie, bicchieri e cucchiaini monouso e i dispenser di acqua in bottiglia, questi ultimi da sostituire con impianti a cui attingere con propri contenitori.
Inoltre, in nome della sana alimentazione, i distributori automatici dovranno erogare di bevande, succhi, snack, yogurt, e frutta fresca, rigorosamente provenienti da agricoltura biologica a km 0 e dal commercio equo e solidale.
Il progetto dovrà coinvolgere tutte le sedi di lavoro dei quasi 30.000 dipendenti dell’amministrazione comunale capitolina.
L’obiettivo, secondo il consigliere Bonessio, è quello di allineare Roma con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite del Piano europeo per l’energia e il clima.
Insomma, Roma dovrà diventare sostenibile, la più green d’Europa. Poco importa se ancora una volta a farne le spese sono i gestori di vending machine.