Entrerà in vigore in tutti gli Stati membri dell’Unione europea il nuovo regolamento contro la deforestazione e il degrado forestale, comunemente detto EUDR.
Questo prevede il divieto di importazione ed esportazione nell’Unione europea di prodotti che abbiano causato la deforestazione o il degrado delle foreste dopo il 31 dicembre 2020, oppure che siano illegali perché non conformi alle leggi dei paesi in cui sono stati prodotti. La norma riguarda sette materie prime (bovini, cacao, caffè, olio di palma, gomma, soia e legno) e molti prodotti derivati da esse.
Il regolamento EUDR riguarda gli operatori che importano o esportano questi prodotti e i commercianti che acquistano o mettono a disposizione prodotti già presenti sul mercato dell’UE.
Le nuove norme mirano a:
• evitare che i prodotti elencati che gli europei acquistano, utilizzano e consumano contribuiscano alla deforestazione e al degrado forestale nell’UE e nel mondo;
• ridurre le emissioni di carbonio causate dal consumo e dalla produzione dei relativi prodotti nell’UE di almeno 32 milioni di tonnellate all’anno;
• affrontare il problema della deforestazione determinata dall’espansione agricola finalizzata alla produzione dei beni contemplati dal regolamento, nonché del degrado forestale.
Il regolamento dovrebbe entrare in vigore entro la fine del 2024 (ma si parla già di uno slittamento) e colpirà i comparti collegati alle materie prime contemplate dalla norma, tra cui quello del caffè.
Dell’ECF fanno parte sia associazioni nazionali che alcune tra le aziende leader della filiera, le cui importazioni complessive raggiungono un volume di 2,5 milioni di tonnellate di caffè coltivato da 12,5 milioni di coltivatori in 60 Paesi. Se attuato entro il 30 dicembre come previsto, “le interruzioni saranno devastanti, anche per i milioni di piccoli produttori per i quali l’UE rappresenta un mercato importante”, ha affermato nella lettera la Federazione europea del caffè.
Pur intendendo essere parte dell’impegno verso la salvaguardia dei territori dalla deforestazione, la ECF fa presente che circa l’80% dei coltivatori di caffè non ha mappato i propri appezzamenti e non saprebbe come partecipare adeguatamente all’operazione. Si rende, pertanto, necessaria una dilazione dei tempi affinché le parti coinvolte possano organizzarsi in merito.