Il nuovo Manifesto del Benessere lanciato in questi giorni da Kellogg a livello europeo è un racconto che pone in evidenza come impegno sociale, benefici ambientali e nutrizionali vadano di pari passo. Una visione olistica dello stare bene che riguarda i singoli, le comunità e il pianeta, riducendo, ad esempio, lo zucchero nei propri prodotti; diminuendo l’impatto ambientale eliminando l’aria nei packaging e razionalizzando la logistica; e puntando a un decremento del 50% dei rifiuti organici, compreso lo spreco alimentare, nei siti produttivi con più cibo a disposizione delle categorie maggiormente svantaggiate.
Kellogg rende quindi strategico un nuovo modello di sviluppo per il quale – secondo la ricerca Edelman Trust Barometer – l’85% dei cittadini confida che siano le aziende piuttosto che le istituzioni politiche a risolvere o quanto meno farsi carico dei problemi sociali e ambientali.
Il Manifesto riconferma l’impegno di Kellogg a crescere in maniera sostenibile, tenendo in considerazione la filiera allargata e lavorando a monte e a valle.
Il tema delle nuove povertà, ad esempio, è diventato sempre più urgente e drammatico: perciò, proprio per dare concretezza a questa visione, Kellogg vuole sfamare 33 milioni di persone in Europa entro il 2030. L’Italia, dal canto suo, sta svolgendo pienamente la sua parte: dal 2015 al 2020 ha conferito cibo a circa 1 milione e mezzo di persone, con un target al 2030 di poco più di 2 milioni e 600 mila persone. Questo vuol dire aver raggiunto il 54% del target nel 33% del tempo. Questo grande risultato non è stato però frutto di un lavoro isolato, oggi è più che mai importante attivare collaborazioni trasversali: lo sviluppo sostenibile è un viaggio ed è quanto mai fondamentale avere compagni di viaggio competenti e motivati, come, nel caso italiano, Croce Rossa Italiana e Banco Alimentare.
Questo percorso è ancora più significativo considerando l’impegno diretto dei dipendenti Kellogg in Italia: dal 2014, ad esempio, sono state oltre 450 le ore di volontariato dedicate ai partner.
“Si tratta di progetti diversi, da interpretare non come singole azioni casuali ma come isole di uno stesso arcipelago, pezzi di un puzzle che si devono incastrare e che hanno valore proprio per la loro integrazione all’interno di una visione che punta ad una produzione sempre più sostenibile come declinato nel nostro Wellbeing Manifesto” ha dichiarato Giuseppe Riccardi, General Manager di Kellogg Italia.