Kimbo: il progetto “Un Chicco di Speranza” per l’inserimento in società degli ex detenuti

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Kimbo: il progetto “Un Chicco di Speranza” per l’inserimento in società degli ex detenuti

Carcere di Secondigliano, Diocesi di Napoli e Kimbo firmano il protocollo d’intesa per il progetto “Un Chicco di Speranza” per l’inserimento degli ex detenuti nel contesto sociale e professionale dell’area metropolitana di Napoli e per la progettazione di una piantagione di caffè a Scampia.


Il 16 settembre 2024 è stato siglato, presso la Casa Circondariale “P. Mandato” di Secondigliano, il protocollo d’intesa per il progetto Un Chicco di Speranza, un’iniziativa ambiziosa volta alla formazione professionale e al reinserimento sociale dei detenuti.

Grazie all’intermediazione dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro dell’Arcidiocesi di Napoli, rappresentato da Antonio Mattone, e alla collaborazione tra Giulia Russo, direttrice del carcere, e Mario Rubino, presidente di Kimbo S.p.A., è stata avviata una partnership che coinvolge anche altre istituzioni locali.

I detenuti in visita al Kimbo Training Center

Il progetto nasce con l’obiettivo di offrire ai detenuti opportunità concrete per acquisire competenze professionali nel settore della caffetteria e della manutenzione tecnica. La formazione non si limita a essere un semplice percorso teorico, ma punta a un inserimento lavorativo reale. Il programma, sviluppato in collaborazione con Kimbo, prevede un training per baristi professionisti e tecnici manutentori di macchine da caffè. In questo modo, i partecipanti avranno maggiori possibilità di reinserirsi nel mondo del lavoro una volta concluso il periodo di detenzione.
Grazie all’accordo con i referenti della Casa Circondariale, verrà anche allestito all’interno del carcere un magazzino ricambi per macchine da caffè, dove i detenuti potranno imparare a rigenerare e riparare le macchine utilizzate nel settore Ho.Re.Ca.. Un’opportunità, questa, che si estenderà anche ai detenuti in semi-libertà, che potranno effettuare il trasporto e la consegna delle macchine presso i bar partner di Kimbo. Si sta inoltre valutando la possibilità di istituire un’officina tecnica all’interno del carcere per potenziare ulteriormente il programma.

Un altro aspetto innovativo del progetto riguarda la collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università Federico II. È in fase di studio la creazione di una piccola piantagione di caffè all’interno del carcere, sfruttando un appezzamento di terreno di circa 10.000 mq. Questo esperimento si inserisce in un percorso di sostenibilità ambientale, con l’obiettivo di insegnare ai detenuti nuove competenze nel settore agricolo e favorire una cultura del lavoro orientata all’economia circolare.

Nella foto da sin. mons. Battaglia, P. Mirra, M. Rubino e G. Russo

L’iniziativa non si limita alla sola formazione lavorativa, ma mira a favorire una rieducazione sociale dei detenuti, contribuendo a sviluppare una cittadinanza attiva. Come ha dichiarato la direttrice della Casa Circondariale, Giulia Russo, “l’educazione alla cittadinanza è fondamentale per aiutare i detenuti a diventare cittadini responsabili e consapevoli“. Il progetto, dunque, va oltre il semplice insegnamento di una professione, promuovendo una visione più ampia e inclusiva del reinserimento sociale.
Mario Rubino, presidente di Kimbo, ha sottolineato l’importanza del legame tra l’azienda e il territorio napoletano: “Kimbo è nato a Napoli, e la nostra azienda sente il dovere di restituire qualcosa alla comunità che tanto ci ha dato“. Rubino ha inoltre espresso la speranza che altre imprese seguano l’esempio di Kimbo, contribuendo a progetti di responsabilità sociale.

Anche mons. Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, ha ribadito il valore del lavoro di rete, affermando che “questo progetto non è solo un atto di solidarietà, ma un gesto di giustizia. La società migliora quando si lavora insieme per offrire opportunità a chi è più svantaggiato“.

Patrizia Mirra, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, ha confermato l’impegno della magistratura nel vigilare sul corretto svolgimento delle attività legate al progetto. Saranno emessi eventuali provvedimenti per agevolare gli spostamenti e l’inserimento dei detenuti nelle attività formative, garantendo il rispetto delle normative vigenti.

Con l’inizio dei corsi di formazione previsto per ottobre 2024, il progetto “Un Chicco di Speranza” si pone come un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato. L’Arcidiocesi di Napoli, in sinergia con la Casa Circondariale di Secondigliano e Kimbo, lavorerà per garantire che i detenuti coinvolti possano intraprendere un percorso di crescita personale e professionale, con l’obiettivo di costruire un futuro migliore per loro e per la comunità.

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