29-07-2019 – La Bisio Progetti, che sviluppa un giro d’affari di 59 milioni di euro e impiega circa 200 dipendenti, è un’azienda di Alessandria che fa parte del gruppo industriale Guala e che si occupa di stampaggio ad iniezione di materie plastiche in ambito farmaceutico, medicale cosmetico e alimentare. Proprio per quest’ultimo settore, ha sviluppato una specifica competenza nella ricerca e sviluppo, progettazione e produzione di capsule per caffè e bevande che lavora per conto delle torrefazioni.
Con la crescente diffusione del sistema a capsule Dolce Gusto, la Bisio Progetti si è trovata di fronte a un gran numero di richieste di capsule da parte di torrefattori che volevano lanciare nel mercato il loro compatibile.
Temendo di entrare in conflitto con Nestlé – cosa che poi è avvenuta – nel 2016 l’azienda si è rivolta al Tribunale di Milano per chiedere il parere dei giudici circa il rischio che la produzione delle capsule sistema Dolce Gusto potesse costituire reato di contraffazione dei brevetti. La risposta a tale richiesta, fatta in via precauzionale, avrebbe tutelato anche gli interessi dei clienti della Bisio Progetti, evitando loro future liti giudiziarie.
Da tale richiesta è nata un acceso confronto giudiziario, avendo Nestlé incaricato i suoi legali a difendere la validità dei brevetti.
A gennaio di quest’anno, i giudici hanno emesso una prima ordinanza, che ha dato ragione alla Bisio Progetti, subito impugnata da Nestlé, che ha presentato immediato ricorso.
Lo scorso 12 luglio, i giudici del Tribunale di Milano hanno respinto il ricorso, confermando l’ordinanza cautelare di gennaio e ribadendo che le capsule prodotte dalla Bisio e attualmente in commercio non violano i brevetti Nestlé, la quale è anche condannata al pagamento delle spese processuali.