26-03-2015 – Di un episodio analogo avevamo parlato proprio un anno fa e chissà che non si tratti proprio della Diemme Caffè di Albignasego, in provincia di Padova, data la similitudine dei fatti e la mancata citazione dei nomi delle parti nell’articolo de Il Sole 24 Ore che ne parla.
L’amministratore delegato di una torrefazione di caffè è stato condannato in Cassazione per getto pericoloso di cose (articolo 674 del Codice Penale) a causa del cattivo odore di caffè bruciato emanato nell’area circostante lo stabilimento, di cui si erano lamentati gli abitanti della zona.
Sebbene il torrefattore avesse fatto presente che non erano stati effettuati accertamenti tecnici per misurare la soglia di sopportabilità olfattiva delle emissioni, la Cassazione non ha voluto sentire ragioni, spiegando che la molestia olfattiva non può essere accertata per via scientifica e che, nel caso dei cattivi odori, ci si affida ai sensi.
A nulla è servito dimostrare che le emissioni della torrefazione rientravano perfettamente nei limiti di legge.