27-06-2018 – È un simbolo di tradizione e legame con il territorio lo storico stabilimento di imbottigliamento Recoaro, dove nasce un’acqua dalle proprietà uniche, conosciute già alla fine del 1.600.
Inizialmente assorbita da Sanpellegrino, di proprietà della Nestlè, dopo un periodo buio di lotte sindacali e marce di protesta, dopo insoddisfazioni e ristagni, l’azienda passa nel 2016 sotto la guida di Refresco-Spumador, il colosso olandese dell’alimentare che porta l’azienda alla sua rivincita.
“Quando è stata ceduta la fabbrica aveva 68 dipendenti e una produzione di cento milioni di pezzi all’anno. Era ai minimi storici – osserva il segretario degli alimentaristi della Uila Uil, il recoarese Nicola Storti – da allora, pur se alcuni sono andati in pensione, l’organico è salito a 90 unità di cui una ventina a termine“.
I tempi difficili non sono finiti, ma nuovi prodotti e nuovi investimenti danno forte impulso a un’azienda che aveva solo bisogno di essere valorizzata con le giuste manovre. Si parla di investimenti tecnologici pari a 8 milioni di euro.
“Vogliamo raddoppiare i volumi rispetto a quando abbiamo acquisito l’azienda: da 130 milioni di pezzi quest’anno siamo orientati su 220 milioni. Risultati di successo, non facili in tempi come questi. E stiamo rilanciando il marchio” dichiara il direttore Tiozzo.
L’acqua minerale Recoaro ha un contenuto di sodio inferiore allo 0,0001% di sodio e un equilibrato contenuto di sali minerali. È disponibile in formato da 0,5 l, in PET 100% riciclabile, con un packaging dalle linee sinuose e un gusto inimitabile, disponibile nelle varianti naturale e frizzante.