Il 4 aprile 2019 un gruppo di studenti dell’Università Statale di Milano ha presentato una mozione per richiedere la distribuzione a basso costo, meglio ancora se gratuita, di prodotti igienico sanitari all’interno dei bagni dell’Ateneo, una richiesta che, senza troppi giri di parole, era stata chiamata “Mozione Assorbenti”. A farsene promotrice Laura Grechi che già nel 2018 aveva presentato la proposta nel corso della Conferenza degli Studenti, una riunione dell’organizzazione politica studentesca e ne aveva fatto un punto del programma elettorale di quell’anno.
Sono occorsi due anni perché l’amministrazione universitaria approvasse la richiesta e avviasse un paio di settimane fa l’iter di ricerca di un partner che si faccia carico della gestione di una decina di distributori automatici di assorbenti e altri prodotti sanitari (spazzolino, dentifricio, salviette, fazzoletti copriwater ed ipotizziamo mascherine e gel) che verranno installati nelle varie sedi della Statale.
Il prezzo di ogni assorbente dovrebbe aggirarsi intorno al 10 centesimi, un prezzo calmierato considerato il costo medio di ogni singola unità che in commercio è mediamente di 0,25 centesimi.
Si tratta di una vittoria per le 40.000 studentesse iscritte alla Statale e per il gruppo di rappresentanza degli studenti, che considerano l’accettazione della loro richiesta da parte dell’Università non solo come realizzazione di uno dei punti del loro programma ma, più in generale, come un primo step nella lotta contro la cosiddetta “tampon tax”.
Ricordiamo che ogni anno in Italia vengono venduti 2,6 miliardi di assorbenti, sui quali viene applicata l’IVA al 22%, un costo che pagano tutte le donne allo stesso modo, a qualsiasi ceto sociale appartengano.
Nella finanziaria 2020 era sul tavolo di discussione la riduzione di tale aliquota, in considerazione del fatto che gli assorbenti igienici sono un bene di prima necessità e che nella maggior parte dei Paesi del mondo scontano un’aliquota ridotta, oltre che essere distribuiti gratuitamente nelle scuole.
Il passo avanti compiuto dal nostro governo è stato quello di abbassare l’aliquota al 5% ma solo sugli assorbenti biodegradabili e compostabili.
Ancora una volta si fa leva sulle politiche ambientali, girando intorno ad un problema che rappresenta un diritto per tutte le donne.