“Nonostante le recenti dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti del Governo e delle forze di maggioranza sulla decisione di non introdurre nuove tasse nel 2025 constatiamo che nella Manovra non si fa nessun cenno alla cancellazione definitiva o al rinvio della Sugar tax, che riteniamo a tutti gli effetti una nuova tassa. Lascito di precedenti Governi e più volte posticipata, l’imposta andrà a colpire un settore, costituito per il 64% da piccole medie imprese, simbolo del Made in Italy e dell’eccellenza italiana nel mondo.”
Questo il commento di Giangiacomo Pierini, Presidente ASSOBIBE, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, in riferimento alla riconferma della Sugar Tax, presente anche nella Manovra 2025, nonostante le molteplici promesse di cancellazione da parte del Governo.
Secondo le stime di Nomisma, la sugar tax rischia di colpire pesantemente l’intero settore delle bevande analcoliche. L’aumento della fiscalità avrebbe ricadute su tutta la filiera: dai produttori ai distributori fino al consumatore finale.
L’applicazione della sugar tax comporterebbe infatti un incremento del 28% della pressione fiscale su ogni litro di bevanda, portando a una riduzione del 10% del fatturato per il comparto e mettendo a rischio oltre 5.000 posti di lavoro.
In occasione degli Stati Generali dell’Horeca, Pierini ha sottolineato come la sugar tax introdurrebbe 70 nuove procedure aziendali, riducendo la liquidità delle imprese italiane di circa il 12% e frenando gli investimenti per oltre 46 milioni di euro.
Si tratta di un provvedimento che non ha prodotto risultati positivi nemmeno sul fronte della salute pubblica nei Paesi dove introdotta, con trend di obesità rimasti in crescita (dati OMS): per questo, diversi Stati in tutto il mondo hanno iniziato a eliminarla (Norvegia e Islanda nel 2000; Danimarca nel 2016; Australia nel 2018; Israele nel 2022). Anche la Commissione europea ha ribadito che tale tassa potrebbe non avere effetti su sovrappeso e obesità.
Senza dimenticare che i forti rincari nel 2025 andrebbero ad aggiungersi a quelli previsti a partire dal 1° gennaio con l’entrata in vigore delle norme UE sulla plastica monouso, che si traduce in un ulteriore aumento dei costi per il settore.
Alla luce del peso che la sugar tax avrà sulla filiera a fronte di risultati insignificanti dal punto di vista della salute e delle entrate nelle casse dello Stato, Pierini conclude: “Come rappresentanti della categoria auspichiamo un deciso intervento nella discussione in Parlamento da parte dei Partiti di Maggioranza affinché neutralizzino questa nuova tassa sul made in Italy, stante gli effetti negativi su tutti gli anelli della filiera agroalimentare, a monte e valle rispetto alla fase di produzione. Gli impatti sulla crescita e competitività per imprese che nel Paese creano valore e occupazione saranno devastanti. Il Paese vive già una fase complicata e non necessita né di nuove imposte né della burocrazia conseguente.”