28-10-2013 – Investire per crescere ed essere pronti al confronto con i competitor internazionali. Questo in sintesi il pensiero di Antonio Baravalle, AD di Lavazza, e il piano strategico che l’Azienda torinese si appresta a sviluppare nei prossimi mesi.
La notizia di un investimento di 160 milioni, ripartiti tra l’ impianto di Gattinara e i nuovi uffici di Torino, è apparsa in questi giorni sulle pagine di economia della stampa nazionale, a riprova della ferma intenzione di Lavazza di continuare a investire sul territorio italiano e di voler proseguire in una crescita che l’ha portata a occupare l’ottavo posto nella classifica internazionale dei torrefattori.
Nella sua interessante intervista, Antonio Baravalle compie un’analisi dell’attuale mercato del caffè e degli scenari che si prefigurano nei prossimi anni: crescita del prodotto capsula, nascita di nuovi competitor, aggregazioni che porteranno alla comparsa di grandi gruppi finanziari pronti a fare investimenti in un mercato in costante crescita, nonostante la crisi.
L’Amministratore Delegato svela, dunque, quali sono le strategie che Lavazza svilupperà nei prossimi anni.
Piuttosto che investire in impianti all’estero, sicuramente più economici, l’Azienda crede ancora nelle possibilità offerte dal nostro Paese e nella capacità di crescita degli stabilimenti attualmente attivi in Italia. D’altra parte la scelta di ripristinare l’impianto molisano distrutto da un incendio, piuttosto che trasferire la produzione di decaffeinato in un’altra unità produttiva, ne è la prova.
Lavazza, dunque, investirà 60 milioni di euro nello stabilimento di Gattinara che verrà ampliato e aprirà la possibilità di nuovi posti di lavoro e 100 milioni di euro nella riqualificazione dell’area in cui sta sorgendo il nuovo polo uffici dell’Azienda.
Gattinara riuscirà a rispondere alle richieste del mercato, soprattutto di quello estero, dove Lavazza mira a raggiungere una posizione di rilievo: l’obiettivo è arrivare dall’attuale 46% di fatturato realizzato all’estero a un 70%, puntando su Paesi come il Nordamerica, la Cina, l’india e il Brasile.