04-05-2018 – Dopo anni di lunghe lotte, lo scorso 27 aprile è giunta la notizia che molti gruppi ambientalisti e paesi europei attendevano, ovvero il divieto definitivo di utilizzo di pesticidi neonicotinoidi in campo aperto.
Questa nuova legge, che entrerà in vigore a partire da fine anno, riguarda la classe di pesticidi più utilizzata in agricoltura rivelatasi anche la più pericolosa, poiché contenente sostanze capaci di ridurre la vita e il periodo di riproduzione delle api e di altri insetti impollinatori.
Si tratta di un pericolo davvero notevole, dimostrato da uno studio dell’EFSA (autorità europea per la sicurezza alimentare) e da altre ricerche di settore. Proprio in virtù di tale dannosità per l’ambiente, un divieto parziale di utilizzo per le coltivazioni di colza, mais e girasoli era stato già stabilito nel 2013 dall’Unione Europea che, con questa nuova normativa, ne vieta l’uso su qualsiasi coltura, tranne che per quelle in serra.
A favore del divieto di utilizzo dei neonicotinoidi si sono schierate associazioni ambientaliste come Greenpeace e WWF, organizzazioni come Slow Food e lo stesso presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker mentre, come già detto, anche molti paesi membri dell’UE tra cui Italia, Spagna, Germania e Francia ovviamente hanno votato a favore della nuova normativa.
Hanno espresso invece parere negativo in Commissione Repubblica Ceca, Danimarca, Ungheria e Romania: questi ultimi tre paesi avrebbero voluto che fosse concessa più flessibilità per l’utilizzo dei neonicotinoidi, impiegati anche nelle coltivazioni delle barbabietole da zucchero, dove non si creerebbe nessun pericolo né per le api né per altri insetti.
Si ritiene soddisfatta Slow Food Italia, il presidente Carlo Petrini ha dichiarato: “Gli Stati membri dell’Unione europea si sono messi dal lato giusto della storia. Si tratta di una vittoria importante non solo per le api ma per l’intera società. Questo voto è un chiaro messaggio indirizzato alla politica e all’intero sistema agricolo industriale: la nostra salute e quella del pianeta prevarranno sugli interessi finanziari delle multinazionali. Siamo di fronte a un passo fondamentale verso un’agricoltura buona, pulita e giusta”.
Come si può prevedere, la battaglia non è conclusa, con associazioni e la stessa Slow Food pronte a combattere per il divieto totale dei neonicotinoidi anche in serra; il principale scontro si avrà sicuramente con le grandi multinazionali che producono tali pesticidi e che hanno già espresso la loro perplessità sul nuovo divieto.